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VIAGGI

Chi ha paura delle streghe?

Dai caruggi di Triora alla chiesetta campestre di Villacidro, passando per le colline di Sostila e l’antico borgo di Castel del Monte: un viaggio attraverso i paesi stregati più suggestivi e popolari d’Italia, dove leggende e tradizioni popolari si fondono. 

DI Samantha Colombo

30 October 2015

Scope di saggina e calderoni roventi a parte, le streghe sono uno degli elementi più radicati nella cultura occidentale (e non solo), figure tramandate nei racconti di generazioni, descritte nelle favole e dipinte olio su tela nelle forme più dissimili. Il tutto senza trascurare la storia, che ha visto nei secoli bui della caccia alle streghe, tra il XV e il XVII, persecuzioni e orrori.

Che si parli di una masca tra le colline piemontesi o di una macàra nel salentino, l’appellativo di strega è diffuso in tutti i dialetti italiani e affonda le sue origini nella cultura classica: strygòs in greco si riferisce difatti a un uccello notturno, associato ad auspici non propriamente rosei, poi associato a donne (e uomini, si badi bene!) esperte di incantesimi, connesse con forze occulte e dotate di poteri sovrannaturali. Così, dalla pittura alla letteratura, passando per il folklore e approdando infine al cinema e alla televisione, le streghe popolano da sempre l’immaginario collettivo.

Per questo motivo, alla vigilia della Notte delle streghe, abbiamo intrapreso un viaggio in tutta la penisola, sfiorando alcuni degli innumerevoli paesi stregati più popolari e intrisi di fascino.

Del resto, non abbiamo avuto remore nel visitare cimiteri, esplorare città sotterranee e addentrarci in castelli infestati: tutte letture consigliate per il weekend di Halloween!

I suoi (appena) 400 abitanti vivono nelle case arroccate sulle colline, alture suggestive dalle quale si dominano i boscosi pendii liguri e dove tutto sembra avere un’anima magica. È il 1587 quando una terribile carestia si abbatte sulla Valle Argentina, senza risparmiare uomini e animali: ben presto, si diffonde la credenza che la causa dipenda dall’opera del maligno, opinione confermata dal consiglio degli anziani di Triora e appoggiata dall’Inquisitore di Genova. Inizia così una vera e propria caccia alle streghe, che dura oltre due anni. Oggi, in quel di Triora, uno dei paesi stregati più popolari d’Italia, il ricordo è conservato tra i caruggi del borgo antico, nei quali perdersi camminando tra le viuzze lastricate di pietra, e anche presso il Museo Etnografico e della Stregoneria.

Tra i boschi della Val Fabiola, una valle oscura e pittoresca, costellata di piccole case con i tetti in granito, sorge un paese circondato dal magico, in una valle fuori dal tempo, dove l’uomo e la natura vivono in un equilibrio quasi sovrannaturale. Tra le leggende c'è quella della “stria de l’Era”: si narra di un giovanotto che desidera fidanzarsi con una di tre sorelle, le quali vivono in una casa solitaria con la madre vedova, appunto nella contrada dell’Era. Non trovandole mai in casa il giovedì, il giovane decide di spiarle e, da qui, la spaventosa scoperta: le vede infatti prima staccare la testa dal busto per acconciarsi i capelli e poi volare via attraverso la cappa del camino, probabilmente per recarsi a un sabba. Il nome stesso della località, che probabilmente deriva da “sostare” (e vede il villaggio come luogo di ristoro per i viandanti), si dice legato anche al dialetto valtellinese che indica la presenza di forse oscure, pronte a essere risvegliate da chiunque sia propenso.

Quando si nasce a Castel del Monte, ameno borgo in provincia dell’Aquila, i racconti sulle streghe fanno parte della vita quotidiana. Miti e leggende che risalgono fino al Medioevo, quando vengono posate le prime fortificazioni, e si fanno vivi nella tradizione e nelle numerose ricostruzioni storiche che vengono proposte da ormai 20 anni. È stato il poeta abruzzese Francesco Giuliani a mettere in versi in dialetto castellano le vicende delle fattucchiere, che ogni anno vengono celebrate, il 17 agosto, con una festa dedicata, il Rito delle sette porte: con una processione per le vie del paese si rievoca l’antico rito per scacciare le streghe e allontanare i malefici.

Is cogas (le streghe, in sardo) non sono vecchie donne che solcano i cieli a cavallo di una scopa: a Villacidro si tratta, o quantomeno si trattava, in un passato indefinito, di uomini e donne che terrorizzano chiunque, vera e propria personificazione del male, in grado persino di succhiare il sangue ai neonati come dei vampiri. In effetti, ancora oggi il termine cogas è usato in senso dispregiativo. Si narra che questi esseri nascano già con una coda a contraddistinguerli e siano in grado di trasformarsi in insetti per iniettare veleno ai nemici: da qui nasce il rispetto per i ragni, i soli che possano sconfiggerli. Ancora oggi in questo paese sardo è possibile visitare una chiesetta di campagna, San Sisinnio, dove i fedeli si recano per pregare contro le influenze malefiche.

In apertura, immagine tratta dalla pagina Facebook Triora Il Borgo delle Streghe; le altre foto di di Triora e  Castel Del Monte sono tratte da Flickr, quella di Sostila dal sito Ruralpini.

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