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Questione di sguardi

È lo sguardo inteso come visione il tema centrale della stagione 2017 del Triennale Teatro dell’Arte che, da febbraio a luglio, ospita insieme giovani talenti e grandi nomi della scena contemporanea, per un totale di 22 spettacoli in cartellone.

DI Marilena Roncar

22 February 2017

A volte le stagioni teatrali cominciano a febbraio per terminare a luglio e quest’anno succede sia al Teatro Gerolamo, che ha finalmente aperto le porte di quel vero e proprio gioiello di teatro a due passi dal Duomo, sia per il Teatro dell’Arte, altro tempio del teatro che fu. È un buon segno, quindi, che questi due importanti case del teatro tornino a funzionare già adesso, a stagioni iniziata, come a dire che non si poteva aspettare ancora oltre per spalancare il sipario del palcoscenico.

Questione di sguardi, una frase tratta dall’opera più celebre di John Berger, è il titolo scelto per la programmazione 2017 del Triennale Teatro dell'Arte, curata da Umberto Angelini che intende mettere al centro il tema dello sguardo e della visione, della molteplicità di prospettive e di punti di vista, dello scarto che esiste tra parola e immagine, realtà e rappresentazione.

Da febbraio a luglio Triennale Teatro dell’Arte ospita alcuni dei nomi più prestigiosi della scena contemporanea insieme a giovani talenti. 22 i titoli in programma, con artisti provenienti da 9 paesi, spettacoli in lingua originale sovratitolati in italiano, ma anche concerti e performance.

La stagione apre mercoledì 22 febbraio alle 20 con la lectio magistralis Vedersi vedere di Romeo Castellucci, una riflessione sulla relazione tra teatro e società contemporanea. Primo spettacolo in cartellone dal 27 febbraio al 1 marzo è A House in Asia, un dispositivo esplosivo fatto di modellini in scala, proiezioni video, regia in presa diretta e performance della compagnia catalana Agrupación Señor Serrano, tra l’altro vincitrice del Leone d’argento per l’innovazione  teatrale alla Biennale di Venezia 2015. Mentre dal 3 al 5 marzo ad attenderci c’è proprio Attends, attends, attends... (pour mon père),  un appassionato confronto in un dialogo immaginario tra padre e figlio, interpretato da Cédric Charron, storico performer di Fabre, a cui l’artista belga si è ispirato per questo lavoro. Ancora dal 7 al 12 marzo l’autore, regista e coreografo francese Pascal Rambert con L’arte del Teatro consegna agli spettatori un’autentica dichiarazione d’amore per il teatro, un’arte che è sinonimo di vita e passione e che nella dimensione privilegiata del “qui e ora” si nutre del respiro e del battito della contemporaneità. Ma per tutti gli appuntamenti in programma, compreso il Cantico dei Cantici della Compagnia Virgilio Sieni (il 27 aprile) e Romeo Castellucci con la sua Societas (dal 22 al 25 giugno) sono disponibili a questo link.

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