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LIFESTYLE

Oltre la propria storia

Tradizione, ricerca e innovazione sono le chiavi del successo di Sealup, un brand che ha saputo andare oltre la propria storia diventando leader nella produzione di piuma made in Italy.

DI Stefano Ampollini

08 June 2017

La storia aziendale di Sealup è un esempio concreto di quel “romanticismo imprenditoriale” che in Italia ha visto affermarsi tanti imprenditori negli anni boom della nostra economia. L’imprenditorialità italiana è sempre stata una fusione perfetta tra la passione del saper fare e la naturale aspirazione al successo, ma sempre con uno spirito quasi “etico” nella gestione aziendale. Oggi gli anni del boom sono lontani, ma Filippo Chiesa non ha mai avuto dubbi su quello che era il destino e l’aspirazione dell’azienda che ha ereditato e che guida ormai da trenta anni: l’italianità, mai rinnegata, persino difesa ed esibita con orgoglio anche negli anni più bui della crisi.

«Sealup realizza capi di qualità, quindi non ci siamo mai mossi dall’Italia. Il lusso si produce nel nostro Paese, così come gli orologi si fanno in Svizzera. Sappiamo creare capi il cui valore è riconoscibile a distanza». Queste le sue parole a fine 2015, a soli due anni dall’apertura della fabbrica a Calusco d’Adda, zona manifatturiera tra Milano e Bergamo con un importante indotto nel settore tessile. Reintegrare la parte industriale della produzione è stata una scommessa vinta, se dopo soli quattro anni un piccolo laboratorio composto da tre sarte è diventato una fabbrica in continua espansione con oltre trenta addette e, in previsione, un ampliamento della struttura. Quello che sembrava un azzardo si è rivelata una lucida strategia aziendale, capace di trasformare in opportunità le tossine della profonda crisi che ha travolto le basi di questo settore. Sealup ha riassorbito molte competenze di qualità nel territorio, valorizzandole e indicando una nuova direzione, nella quale la tradizione del saper fare doveva necessariamente fondersi con l’innovazione dei processi. Una scelta controcorrente in un mercato ormai abituato da troppi anni a disinvestire dall’Italia per cercare lidi con manodopera a basso costo, come se l’unica leva del successo fosse l’abbattimento dei costi di produzione. L’intuizione è stata quella di capire che un vero e autentico made in Italy poteva rappresentare un reale vantaggio competitivo che il mercato avrebbe premiato. E così è stato: la cura maniacale per i dettagli, i prodotti sempre nuovi, la scrupolosa selezione dei materiali e la ricerca delle più innovative tecniche di confezionamento, per non parlare dell’investimento sulle persone e sulla loro formazione, hanno rappresentato la chiave del successo di oggi.

I primi ad accorgersene sono state importanti griffe del lusso che hanno scelto Sealup per produrre parte delle proprie collezioni, attirate anche dagli altissimi standard di sicurezza sul lavoro. Regole ferree che hanno permesso all’azienda di ottenere le più ambite certificazioni richieste da un mercato sempre più esigente anche su questi temi, pur non facendo sconti sulla qualità del prodotto finale. Qui vengono prodotti tutti i capospalla che hanno reso famosa la produzione di Sealup: gli storici capi impermeabili, quelli in lana, fino ai capi in piuma d’oca a iniezione diretta. Proprio il rigido controllo di qualità delle piume e la tenuta del nylon, leggerissimo ma resistentissimo, hanno permesso a Sealup di sfondare in un settore già maturo e molto affollato, tanto che oggi la piuma rappresenta il primo segmento prodotto a Calusco d’Adda, sia per il brand proprietario sia per conto terzi. Oltre la metà dei 1500 capi al mese che escono da qua sono in piuma d’oca, ma la tendenza è in crescita. La novità più importante riguarda però i processi di confezionamento: dopo il consolidamento della termosaldatura, presto inizierà la produzione con tecnica a ultrasuoni per unire i tessuti. La conferma della sete di innovazione di un brand che ha saputo andare oltre la propria storia.

Articolo pubblicato su Club Milano 38, maggio – giugno 2017. Clicca qui per scaricare il magazine.

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