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LIFESTYLE

Tra fontane e draghi verdi

Oggi è difficile pensare a Milano come a una città d'acqua eppure le sue origini la legano indissolubilmente a questo elemento, indizi di questo passato sopravvivono ancora oggi nelle tante fontane e vedovelle che sorprendentemente sgorgano nelle piazze e negli angoli nascosti della città.

05 November 2014

Milano e l’acqua: un rapporto che dura secoli, quando era ancora una delle più importanti città mercantili del Nord Italia e le sue vie erano costeggiate da canali, chiuse e navigli per il trasporto di merci e di prodotti. Un’opera idraulica avveniristica Milano, un serbatoio sotterraneo capace di portare l’oro blu nelle case e nei lavatoi, dove le fontane non erano solo un ornamento, ma un punto vitale per i cittadini.

Se qualche nostalgico ha avanzato progetti un po’ fantasiosi per riportare in città i canali navigabili, è nelle fontane, le fonti e nei famosi draghi verdi che si devono ritrovare le testimonianze di questi antichi splendori che a volte si intrecciano a storie curiose e misteri, miracoli e credenze popolari.

Cominciamo questo viaggio alla scoperta della Milano città d’acqua dalle vedovelle, le fontanelle pubbliche disseminate nei parchi e nelle viuzze; il loro nome deriva dal rivolo d’acqua che scorre continuo proprio come il pianto inconsolabile delle vedove. I milanesi Doc però le chiamano in un modo più divertente: Draghi Verdi per la forma del rubinetto in ottone e per il colore delle colonnine che richiama lo stemma della città. Il comune ne ha contate oltre 400 raccogliendole in una mappa interattiva, tra tutte una si distingue, quella in Piazza della Scala la prima ad essere stata installata, totalmente in ottone dorato e non in ghisa verniciata di verde.

Nell'elenco delle fontane impossibile non citare la prima, quella che dà il nome alla piazza sita proprio dietro al Duomo. Voluta da Maria Teresa d’Austria e progettata dal Piermarini nel 1782; questo splendore architettonico in marmo di Carrara recupera le proprie acque dal vicino fiume Seveso. A ornare la conca grande due sirene accovacciate che i milanesi chiamano affettuosamente le “Teodolinde”.

Recentemente restaurata e restituita alla città in veste più futuristica ed ecologica la fontana di Piazza Castello, posizionata proprio in centro alla piazza, oggi è illuminata e valorizzata dai 180 fari LED a basso consumo. Quella visibile oggi risale agli anni ’90, infatti la "turta di spus" ovvero la torta degli sposi dalla sua forma tonda fu smontata nel 1960 proprio per la costruzione della Metro Rossa di cui ricorre in questi giorni il 50 esimo anniversario e di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Si possono ammirare all'interno del Parco Sempione nel retro del Palazzo dell’Arte I bagni misteriosi realizzati da Giorgio De Chirico nel 1973 in occasione della XV Triennale di Milano. Chi passa per il parco rimane incuriosito e straniato da questa opera pinto-scultorea, molto colorata e complessa, a prima vista un po’ estrosa. Ma a guardarli bene questi bagni sono davvero un tripudio di simboli e rimandi: nell'acqua metafisica disegnata con tratti a zig zag della vasca emergono 2 busti di misteriosi bagnanti, un cigno e un trampolino. Per apprezzare l’opera nella sua totalità bisognerebbe osservarla dall'alto, si coglierebbe la sua forma simile a uno stomaco, organo vitale che trasforma il cibo in energia. I due bagnanti e il pesce colorato originariamente posto a bordo vasca sono stati collocato all'interno del Museo del Novecento, quelle visibili nella fontana sono delle copie in terracotta.

Dall'acqua metafisica di De Chirico a quella curativa; Milano conta di ben 3 fontane di acqua sulfurea detta anche acqua marcia per il suo odore pungente in passato apprezzata per le sue proprietà benefiche per l’organismo. Proprio nel Parco Sempione accanto all'Arena sopravvive l’unica ancora funzionante. Le altre due sempre di forma ottagonale con mascheroni dai volti grotteschi e deformati si trovano nel sagrato della chiesa in Piazza Sant’Angelo, adornata da una statua di San Francesco che predica agli uccelli e nello spartitraffico di Viale Piceno, quest'ultima recentemente restaurata dopo lunghi lavori. Dall'acqua marcia a quella miracolosa, che scorre all'interno della chiesa di Santa Maria della Fontana in zona Isola, una vera e propria fonte sacra che sgorga da una pietra medievale con 11 zampilli. La leggenda narra della miracolosa guarigione di 3 fanciulli francesi, da cui il progetto di costruire il santuario e il meraviglioso chiostro affrescato che si pensa appartenere addirittura a Leonardo.

Meno nota della fontana in Piazza San Babila dedicata ai monti, ai laghi e ai fiumi di Lombardia, o di quella tanto osteggiata in Cadorna a causa della scultura Ago e Filo dei coniugi svedesi Oldenburg e va Brugen – i 3 colori che si intrecciano sono le 3 reti della metro milanese nello snodo importante per i trasporti cittadini – la Fontana dei tritoni in Via Andegari tra via Brera e via Manzoni, è una chicca tutta da scoprire. Un tempietto dalle linee classiche adornato da statue allegoriche che rappresentano la Beneficenza e il Risparmio, quest’ultima è anche detta simpaticamente dai milanesi la dòna di trè tètt, raffigura una donna che tiene vicino al seno un salvadanaio tondo da qui la maliziosa similitudine.

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