DI Marilena Roncar
19 December 2014
“Chi dimentica il passato è condannato a riviverlo” sono parole di Primo Levi e proprio per dare riparo alla memoria storica della città che rischia altrimenti di perdersi annegando nei ricordi individuali, nasce a Milano la Casa della Memoria, un po’ agorà, un po’ museo della storia recente e meno recente, un po’ laboratorio culturale. L’obiettivo è usare la lente del passato per raccontare e interpretare al meglio lo spirito del presente. Il progetto promosso dal Comune di Milano, insieme a Hines Italia, è in via di realizzazione a cura dello Studio d’architettura genovese Baukuh, vincitore del concorso di idee indetto per l’occasione.
Si tratta di una struttura molto semplice, una grande scatola a base rettangolare di 2000 metri quadri distribuiti su tre livelli, per 17 metri e mezzo di altezza, con un foyer all’ingresso, un centro espositivo, una sala conferenze, un archivio, uffici al primo e al secondo piano e una grande scala elicoidale a fare da raccordo tra gli spazi. L’edificio, che per la precisione sta sorgendo presso i giardini di via Confalonieri, tra i grattacielo di Porta Nuova, avrà pareti in terracotta che saranno rivestite da un collage di quadri fotografici sul Novecento, come a produrre una sorta di film delle nostre vite, un’autobiografia visiva della città.
La Casa ospiterà prima di tutto le associazioni storiche di Milano, diventerà la sede dei partigiani, dei deportati, delle vittime del terrorismo o della strage di Piazza Fontana, ma l’obiettivo è produrre cultura, riflessioni e stimoli che a partire dall’identità storica della città sappiano farsi interpreti luminosi del presente.
L’inaugurazione è prevista per il 25 aprile 2015, a 70 anni esatti dalla Liberazione, una data importante da non dimenticare e una bella occasione per festeggiare.
Info: Ordine degli Architetti