DI Antonella Armigero
26 March 2015
Prende il nome dalla sua canzone preferita quella composta da Hoagy Carmichael nel 1927: Stardust, la mostra monografica che ripercorre la carriera di David Bailey da molti considerato uno dei padri fondatori della fotografia moderna. Fotografo di moda lanciato da Vogue, ma soprattutto anche autore che è stato capace di catturare l’atmosfera degli anni Sessanta a Londra e lo spirito del proprio tempo in maniera innovativa e provocatoria.
Al suo obiettivo non si sono sottratti artisti come Andy Warhol, Francis Bacon e Salvaror Dalì, ma anche icone del passato e celebrities contemporanee come Jack Nicholson, Kate Moss, Meryl Streep.
La sua carriera e l’ascesa nell’olimpo della fashion photography ha ispirato pellicole come Blow up di Antonioni, anche se lui dichiara di sentirsi più vicino a Orson Welles, Visconti e Fellini, i suoi veri maestri.
Nonostante la fama che lo ha reso al tempo stesso icona e pioniere, si sente il bisogno di conoscere più a fondo questo artista, esplorando oltre ai celeberrimi ritratti in bianco e nero anche gli still lives e le più recenti foto di viaggio capaci di raccontare l’India, il Sudan e la Papua Nuova Guinea da un punto di vista inedito e coinvolgente. Sembra rispondere proprio a questo bisogno di conoscenza la mostra in programma fino al 2 giugno al Pac di Milano, che raccoglie oltre 300 scatti selezionati personalmente da David Bailey e ristampati per l’occasione in gelatina d’argento.
Una retrospettiva, realizzata in collaborazione con la rivista ICON e la National Portrait Gallery di Londra e promossa dal Comune di Milano e da Tod’s, che ripercorre 50 anni di carriera del prolifico artista classe 1938.
Non mancano gli scatti più celebri: quelli che ritraggono ad esempio John Lennon e Paul McCartney, ma anche il volto sorridente della Regina Elisabetta, immortalata nel 2014 in occasione del suo ottantottesimo compleanno. A questi si unisce una selezione di opere tratte dai suoi lavori più conosciuti: The Box of Pin-Ups, ovvero una scatola contenente le immagini di personaggi mondani degli anni 60, e Bailey's Democracy, la serie di foto scattate nel periodo in cui chiedeva a chiunque entrasse nel suo studio di posare nudo davanti al suo obiettivo.
Sono scatti non addomesticati, capaci di andare oltre i formalismi imposti dalla fotografia di moda e l’artificiosità posata del ritratto classico.
David Bailey
fino al 2 giugno 2015
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Foto d'apertura Jerry-Hall e Helmut-Newton - David-Bailey, 1983.