DI Carolina Saporiti
06 October 2017
L’etimologia più accreditata del nome Valpolicella è “valle di numerose cantine” e anche se non è confermata, è quanto mai sensato pensare che sia vera visto che sia la letteratura greca sia quella latina contengono riferimenti alla coltivazione di viti già all’epoca. Siamo in Veneto, a pochi chilometri a nord ovest di Verona, in una zona che si raggiunge in circa due ore di viaggio da Milano. È qui che nascono alcuni tra i vini italiani più celebri nel mondo: il Valpolicella, che oggi finalmente ha acquistato il giusto riconoscimento dopo essere stato considerato per anni un vino semplice e l’Amarone, un vino rosso tra i più rinomati. Situata tra i Monti Lessini, la pianura, il Lago di Garda e a nord le Alpi, la Valpolicella comprende sette comuni: Fumane, Sant’Ambrogio, San Pietro in Cariano, Negrar, Dolcè, Marano, Pescantina. Il territorio si estende lungo colline verdi ricoperte da viti, qualche cipresso e pareti della famosa pietra di Prun, che si può vedere per esempio nella bellissima pieve di San Giorgio (nel comune di Sant’Ambrogio), risalente al XIII secolo e costruita sulle fondamenta di un insediamento pagano. Ma a rendere questo territorio ancora più speciale sono le bellissime ville in stile veneziano.
Queste dimore risalgono all’epoca della Repubblica veneta, quando i signori di Venezia cominciarono a riorganizzare la campagna di Verona, facendola diventare un luogo di villeggiatura. Oggi alcune di queste ville sono diventate incredibili hotel di lusso. Tra tutti merita una menzione speciale Villa Amistà Byblos Art Hotel. Il salone è la parte più spettacolare della struttura: pavimento veneziano, poltrone di Mendini, sculture di Damien Hirst e Anish Kapoor alle pareti e un enorme lampadario di vetro di murano. Sembra di trovarsi in un museo o, ancora meglio, nel Paese delle Meraviglie di Alice. E infatti il soggiorno presso Villa Amistà sarà una scoperta continua di sale arricchite da opere d’arte contemporanea, corridoi psichedelici, giardini segreti e una Spa che richiama gli affreschi dell’antica Roma.
Ma le sorprese in Valpolicella sono cosa frequente. Basta andare in una delle numerose cantine, quasi tutte aperte a degustazioni e molte delle quali ricavate dentro antiche corti, per accorgersene. Si può cominciare con Farina e Masi, anche se il nome più famoso è senza dubbio quello di Quintarelli Giuseppe ed è consigliato (ma già lo conosceranno) ai veri intenditori. Se preferite nomi più piccoli, ma altrettanto buoni, andate da Corte Rugolin e Monte dei Ragni: entrambe hanno sede nel cuore della Valpolicella Classica. Corte Rugolin propone due tipi di Amarone, un Valpolicella Ripasso Classico Superiore, un Valpolicella Classico e Classico Superiore e il tradizionale Recioto. Monte dei Ragni sorge nel comune di Fumane. Qui da cinque generazioni la famiglia Ragno conduce direttamente il proprio fondo, coltivando e vinificando le proprie uve. Perché l’Amarone sia così pregiato è facile da spiegare: si tratta di un vino che si lascia appassire per diversi mesi. Tra le diverse cantine la Cantina Valpolicella Negrar è sicuramente quella da cui partire per scoprire la storia di questo prodotto speciale. È proprio qui infatti che nel 1936 nacque, per sbaglio, l’Amarone quando venne dimenticata una botte di Recioto. La prolungata fermentazione produsse un vino molto amaro, messo in commercio per la prima volta nel 1939.
Per scoprire la regione sono consigliate una passeggiata o una pedalata tra i campi della Valpolicella e questa stagione è l’ideale per godere dei suoi colori e profumi. Partendo da Negrar, per esempio, si può seguire un itinerario che si snoda in salite lunghe, ma mai eccessivamente ripide, strade immerse fra il verde dei vigneti, dei prati e quello, meno intenso, degli ulivi. Un’altra idea è partire da Sant’Ambrogio. La strada da seguire si snoda lungo l’alto fianco orientale delle gole di Ceraino e poi, lasciato a destra il paese di San Giorgio, sale alla volta del Monte Pastello. Giunti a Paroletto, si prosegue per Breonio e da lì si comincia a scendere lungo la Valle dei Progni, attraversando Gorgusello e Molina, fino a Fumane. Non fatevi spaventare dalle salite... a fine giornata troverete la giusta ricompensa a tavola!
Magia nel piatto
Il Byblos Art Hotel si trova a Corrubbio di Negarine, all’interno di una villa veneta del XVI secolo, dove storia e contemporaneità si fondono insieme, grazie alla creatività di Alessandro Mendini. Il ristorante gourmet Amistà 33 è guidato dallo chef Marco Perez. Sul filo conduttore dell’arte, anche l’esperienza culinaria dell’Amistà 33 è un percorso pieno di sorprese. Fiore all’occhiello del percorso gastronomico di Perez è il menu Magia, fatto di piatti che rimandano al mondo delle favole, con intriganti accostamenti di ingredienti. ll fagiolo magico, l’uovo d’oro e l’ostrica; Barbablù e Barbabietola e la seppia innamorata; Alice…eat me… sono solo alcune delle proposte di questo menu sognante.
Articolo pubblicato su Club Milano 40, settembre - ottobre 2017. Clicca qui per scaricare il magazine.