Loading...

VIAGGI

A casa di Lorenzo il Magnifico

05 May 2020

Forse non tutti sanno che i Medici, antica casata fiorentina al potere fra il XV e il XVIII secolo, erano ossessionati principalmente da due cose: la paura delle rivolte e quella per la peste. Non era quindi insolito che, come necessario oggi in tempi di coronavirus, preferissero stare a casa. Per sfuggire alla peste erano soliti lavarsi il meno possibile. All’epoca si credeva che il morbo si trasmettesse attraverso acqua e aria e così i nobili indossavano ciondoli all’interno dei quali tenevano essenze profumate che li aiutassero a coprire inevitabili cattivi odori. Per quello che riguarda invece le dimore, certo queste non hanno nulla a che vedere con la maggior parte delle nostre residenze e sicuramente “restare in casa” se l’abitazione ha il nome di Villa medicea di Poggio a Caiano o di Tenuta di Artimino non doveva essere così difficile. Entrambe Patrimonio Unesco, le ville fanno parte di un circuito più ampio di dodici residenze e due giardini (qui vedi video), situate tra Prato e Firenze, abitate dalla famiglia Medici nei periodi estivi.

Immerse nell’avvolgente campagna toscana sono destinazioni ideali per trascorrerci un weekend, speriamo presto, all’insegna di cultura, passeggiate a piedi o in bicicletta e ovviamente buon cibo. Sa stupire anche la città che dà il nome alla provincia, solo alcune piccole indicazioni: nota per le lane pregiate, Prato vanta il Museo del Tessuto, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e Palazzo Pretorio, edificio medievale un tempo sede del Comune e ora museo, inoltre con più di 60 tra maestri pasticceri e cioccolatieri è meta imprescindibile per i foodies. Ma torniamo alle residenze: quella di Poggio a Caiano era la preferita di Lorenzo il Magnifico. Esempio di architettura rinascimentale, fonde la lezione dei classici con elementi dell’architettura rurale toscana. Simmetria e armonia delle proporzioni la caratterizzano, mentre la collocazione sulla cima del poggio e l’essere rialzata dalla piattaforma del portico fanno sì che diventi un tutt’uno con il paesaggio e un simbolo dell’opera ordinatrice dell’uomo sulla natura. Oltre a un parco, la villa vanta una grande limonaia e un piccolo teatro voluto dalla francese sposa di Cosimo III, che desiderava tornare nella più mondana Parigi e venne invece reclusa qui. All’interno della villa non perdete gli affreschi del salone di Leone X e il fregio umanistico in terracotta invetriata voluto dal Magnifico e che ne riassume il pensiero (sulla facciata esterna, nella posizione originaria, ne trovate una copia). Con i suoi 14 metri l’opera racconta la storia delle anime, dalla generazione al giudizio finale.

C’è solo una villa però che può farci provare davvero la sensazione “di stare a casa” come un membro della famiglia Medici: si tratta della Tenuta di Artimino, detta Villa Ferdinanda – perché voluta da Ferdinando dei Medici – o ancora Villa dei Cento Camini per i tanti, 56 in realtà, comignoli che la caratterizzano. Il complesso è stato trasformato in struttura ricettiva, dando vita a un hotel a quattro stelle, ad alcuni appartamenti, a una spa e al ristorante Biagio Pignatta, dove godere, oltre a piatti della tradizione rivisitati e realizzati con i prodotti dell’orto, di una strepitosa vista sulla campagna circostante. Le cucine della villa vantano la presenza di un girarrosto vinciano: uno strumento a carrucola fatto basandosi sui disegni di Leonardo Da Vinci che sfrutta un contrappeso per il suo funzionamento. Vederlo attivo è uno spettacolo unico, ancora di più se intanto si può godere della cucina della chef Michela Bottasso. Dopo cena non perdete l’occasione per un brindisi sotto le stelle nella sfera trasparente collocata nel parco e rendete così omaggio a un altro grande toscano che soggiornò nella residenza, Galileo Galilei. La bottiglia da stappare? C’è solo l’imbarazzo della scelta: quasi 80 ettari di vigne avvolgono la tenuta con una varietà di vitigni come Sangiovese e Cabernet Sauvignon, che si narra sia stato portato qui da Caterina dei Medici, regina di Francia. La passione per il vino, ad Artimino, arriva però da più lontano. Le prime testimonianze risalgono agli Etruschi, che qui vissero lasciando generosi segni del loro passaggio. Piccola perla del borgo di Artimino è il museo etrusco, che raccoglie i corredi funebri restituiti dalle necropoli di Prato Rosello e di Comeana. Ecco un’altra ricchezze della zona: le “case”, visitabili e ben conservate, che gli antichi etruschi realizzavano come dimore per la vita ultraterrena.

In apertura una veduta su Villa Artimino che è oggi un hotel a quattro stelle immerso nella campagna toscana

Articolo pubblicato su Club Milano 55 marzo – aprile 2020. Clicca qui per scaricare il magazine.

ARTICOLI CORRELATI


Iscriviti alla nostra newsletter
Utilizziamo i nostri cookies, e quelli di terzi, per migliorare la tua esperienza d'acquisto e i nostri servizi analizzando la navigazione dell'utente sul nostro sito web. Se continui a navigare, accetterai l'uso di tali cookies. Per saperne di più, consulta la nostra Politica sui Cookies.