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LIFESTYLE

Una cascina nel parco

Riconsegnare alla città un rudere rimasto chiuso per 30 anni nel cuore del parco della Martesana e vedere il quartiere rivitalizzarsi attorno a questo spazio ritrovato. È la storia, appena cominciata, della Cascina Martesana, tornata a vivere grazie all’intraprendenza di tre giovani amici.

DI Marilena Roncar

28 August 2015

Si chiama Cascina Martesana, anche se in realtà una cascina per davvero, pur ricordandola nella suddivisione degli ambienti, non lo è mai stata.

Il nome è una licenza un po’ poetica che si sono presi tre amici (Marko Manico, Niccolò Franchi e Marco Sergi), autori dell’ambizioso progetto di recupero che, alla vigilia dell’estate di un anno fa, ha portato a riaprire le porte di questo spazio dopo 30 anni di incuria e abbandono.

Ora la Cascina Martesana, nel centro dell’omonimo parco tra viale Gorla e via Padova, al 44 di via Bertelli, è un punto di riferimento della zona, un brulichio inaspettato di vita tra ciclisti che si fermano per trovare ristoro, giovani e meno giovani seduti ai tavolini del bistrot all’aperto e famiglie, delle più varie provenienze geografiche, che organizzano cene nello “spazio grigliata”. “Abbiamo da subito interagito con un’utenza attiva e qui dentro avviene un’integrazione, tra generazioni, fasce sociali e provenienze, che nessun programma sociale finanziato potrebbe ottenere”, ci spiega Marko Manico, uno dei tre soci fondatori. La storia del luogo è poi a dir poco affascinante, dato che proprio qui, a inizi 900, sorgeva “El bagnin de Gorla”, una delle prime piscine pubbliche e per soli uomini della città. “Il posto era in vendita e abbiamo deciso di comprarlo – racconta Niccolò – con l’idea di trasformarlo in uno spazio aperto a tutti, epicentro di attività culturali e sociali che spingesse la gente a uscire di casa per incontrarsi”.

Così mentre l’area del bar è libera, per accedere al giardino con i giochi, le amache e lo spazio griglia, serve una tessera associativa di 5 euro: i proventi delle tessere finanziano le attività di laboratorio e gli eventi culturali gratuite. E ora che per il prossimo inverno è in programma la ristrutturazione di tutta l’ala sinistra della cascina, con creazione di bar, ristorante, bistrot e spazio insonorizzato per la musica, l’idea è tenere vive entrambe le anime, il business e le attività free, senza commercializzare tutto lo spazio. “Non chiediamo soldi pubblici, ci siamo impegnati in un progetto di impresa che alimenti le attività no profit”, sottolinea non senza una punta di orgoglio Marko. Ma ristrutturazione a parte le idee per il futuro sono tante, dalla proposta di itinerari turistici al noleggio di bici, dalla creazione degli orti al progetto food: diventare un raccordo enogastronomico tra agricoltori, allevatori e cascine attive lungo l’asse della Martesana, anche aprendo uno spazio rivendita di prodotti biologi a km zero. Insomma, la prospettiva è conquistarsi sempre più lo status di oasi di servizi immersa nel parco e aperta a tutti.

Articolo pubblicato su Club Milano 27, luglio – agosto 2015. Clicca qui per scaricare il magazine.

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