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Oh, cielo! I grattacieli più alti di Milano

Negli ultimi anni Porta Nuova e City Life hanno realizzato il sogno dei milanesi di “toccare le nuvole”, ma il capoluogo lombardo ha sempre avuto la vocazione di svilupparsi in verticale, già a partire dai primi decenni del XX secolo.

04 September 2018

Con il (parziale) completamento dei progetti di Porta Nuova e di City Life, i milanesi si sono già abituati nel giro di pochi anni ad avere uno skyline all’altezza (letteralmente) delle altre metropoli europee. Ma la strada per arrivare fino alle nuvole è stata lunga e lastricata di cantieri, anche se già dai primi decenni del XX secolo il capoluogo lombardo ha messo in chiaro le sue ambizioni verticali: ecco, in breve, la storia dei grattacieli più alti di Milano.

Come in ogni ascesa che si rispetti, si parte dal basso: la prima volta in cui a Milano si decide di “solleticare gli dei” e si utilizza il termine grattacieli corre l’anno 1923, quando l’architetto Mario Borgato realizza due edifici gemelli in stile Art Decò in piazza Piemonte. Stiamo parlando di “appena” nove piani per 38 metri complessivi, altezza però sufficiente a richiedere una deroga dal piano regolatore vigente, che poneva l’asticella massima a 28 metri.

Una significativa pietra miliare in questa vertiginosa scalata ai cieli è rappresentata dai 50 metri di altezza raggiunti nel 1935 dalla Torre Rasini, progettata assieme a Palazzo Rasini da Emilio Lancia e Gio Ponti in posizione strategica fra il tracciato dei Bastioni e i Giardini Pubblici, con vista sui caselli di Porta Venezia.

Basta solo un anno perché Milano, con in mente il grattacielo “a cifra tonda”, si slanci verso nuovi traguardi: la Torre Snia Viscosa di piazza San Babila, costruita da Alessandro Rimini, sfiora infatti quota 60. Ma siamo in anni in cui questi record sono destinati a durare poco: è il 1939 e Mario Bacciocchi ultima Palazzo Locatelli, che con i suoi 67 metri di altezza svetta su piazzale Fiume, come allora era conosciuta l’odierna piazza della Repubblica.

Di mezzo ci si mette la Seconda Guerra Mondiale, e così per un po’ gli architetti si danno tregua. Ma già a pochi anni dal termine del terribile conflitto, la (per fortuna molto meno drammatica) battaglia riprende: è il 1952 e nonostante i suoi 78 metri la Torre Monforte di via Mascagni di Alessandro Pasquali deve cedere la corona di grattacielo più alto di Milano per soli due metri al Centro Svizzero realizzato da Armin Meili in via Palestro.

I palazzi in questione, però, sono destinati a diventare nel giro di poco dei “piccoletti”: nel 1954 viene completata la Torre Breda di Luigi Mattioni, in via Vittor Pisani, che sfonda abbondantemente il tetto dei cento, arrivando a 116 metri. Non soltanto il palazzo abitato più alto di Milano, ma la costruzione tout court, visto che prima di allora si erano spinti sopra la fatidica vetta solo la Madonnina del Duomo (109 metri) e la panoramica Torre Littoria (108 metri, oggi nota come Torre Branca).

Terminata nel 1957, la celebre Torre Velasca di Belgiojoso, Peressutti e Rogers si attesta grazie ai suoi 106 metri come il grattacielo più alto all’interno della cerchia dei Bastioni. La Torre Galfa, negli ultimi anni agli onori delle cronache per l’occupazione da parte del collettivo Macao, viene ultimata nel 1959 su progetto di Melchiorre Bega all’incrocio tra via Galvani e via Fara (da cui il nome dell’edificio) e si spinge fino a 109.

Giunge a questo punto il momento di un vero colosso architettonico: stiamo parlando ovviamente del Grattacielo Pirelli progettato da Giò Ponti e inaugurato nel 1960. Rimasto per 50 anni in cima alla classifica dei grattacieli più alti di Milano e di tutta Italia, il Pirellone (questo il nomignolo con cui è noto ai più) svetta infatti fino a 127 metri e all’epoca è stato preso ad esempio per numerosi progetti simili. Nemmeno il celebre incidente che nel 2002 ha visto un aereo da turismo abbattersi contro il 26° piano dell’edificio è riuscito a intaccare il prestigio del gigante che svetta su piazza Duca d’Aosta.

Dinnanzi a questo primato, all’improvviso tutti sembrano arrendersi, tanto che per svariati decenni nemmeno si tenta di mettere in discussione la supremazia del Pirellone. Neppure le Torri Garibaldi di piazza Freud, che svettano per 100 metri sulla stazione di Porta Garibaldi, sembrano voler sfidare un simile rivale. Ci vorrà il nuovo millennio, prima che Milano decida di riprendere la propria scalata verso il Paradiso là da dove l’aveva interrotta.

Per vedere detronizzato il Grattacielo Pirelli bisogna attendere il 2010, quando viene ultimato il Palazzo Lombardia con i suoi edifici “a onda”. Progettato per ospitare la Giunta regionale lombarda, il complesso raggiunge i 161 metri di altezza, facendo sembrare così il Pirellone un nanerottolo. Ma, complice forse l’appropinquarsi di Expo, la “febbre verticale” milanese è destinata a scoppiare per davvero solo negli anni a venire.

Siamo, ormai, al termine di questa avventura. Dopo lunghi lavori, cominciano finalmente a vedersi i frutti dei cantieri che hanno rivoluzionato la zona di Porta Nuova e quella dell’ex Fiera. Sorgono una dopo l’altra le divinità del nuovo skyline milanese, che ha oggi come nuovo Zeus la Torre Unicredit di piazza Gae Aulenti, progettata da César Pelli. Con la sua punta protesa verso lo spazio, l’edificio arriva fino a 231 metri e si attesta come il grattacielo più alto di Italia.

Ma il palazzo nuovo di pacca (l’inaugurazione ufficiale è del 2014) è in buona compagnia. La Torre Isozaki (anche nota come Torre Allianz, oppure il Dritto) guarda City Life dall’alto dei suoi 209 metri di altezza. Nelle adiacenze, la Torre Hadid (anche Torre Generali, oppure lo Storto) arriva a 177. E tra pochi anni le affiancherà la Torre Libeskind (il Curvo), che dovrebbe spingersi fino a 175.

Non vanno infine dimenticati altri colossi come la Torre Solaria, la Torre Diamante e soprattutto il celebratissimo Bosco Verticale, che punteggiato di verde si spinge fino a ben 110 metri. E domani, Milano dove arriverà? Come si suol dire: Sky is the limit.

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