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Territori di confine

Mentre un'esposizione alla Casa dell'Energia e dell'Ambiente di Milano trasforma gli scali ferroviari della città in confini anche cronologici tra passato, presente e futuro, la mostra “Mappe. Sguardi sui confini, alla Triennale fino al 15 luglio, esplora la creatività di territori di limen come Turchia, Ucraina, Iran e USA/Messico.

20 June 2018

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento Milano cominciò a dotarsi di una capillare rete di infrastrutture che le permise di espandere il proprio territorio, fornendo la base per la crescita economica e sociale degli anni Cinquanta. È indubbio che a questo sviluppo industriale abbiano contribuito anche gli scali ferroviari che, dislocati concentricamente in diverse aree cittadine, agevolavano il trasporto e la consegna di materie prime, prodotti finiti e generi di prima necessità. A raccontarlo è Fabrizio Trisoglio, responsabile scientifico della Fondazione Aem - Gruppo A2A e curatore della mostra Gli scali ferroviari di Milano. Oggi, prima di domani. Fotografie di Marco Introini e Francesco Radino, alla Casa dell'Energia e dell'Ambiente di Milano fino al 28 dicembre. Oggi che i sette scali ferroviari dismessi - Farini, Greco, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova e San Cristoforo - costituiscono parte del patrimonio industriale della città, la scelta di documentare il loro presente - come già qualche anno fa Gabriele Basilico, con il suo “Milano. Ritratti di fabbriche” - intende far riflettere sul ruolo che l'immagine ha sulla memoria nel momento in cui è in atto una trasformazione urbana. Così, mentre Marco Introini (Milano, 1968) con i suoi scatti in bianco e nero si concentra sulla ferrovia come luogo di numerose esperienze visive, alla ricerca del punto di fuga dove le linee prospettiche convergono oppure sorprendono per la dimensione che può raggiungere lo sguardo, la visione a colori di Francesco Radino (Bagno di Ripoli, 1947) guarda agli scali ferroviari come a una delle più grandi occasioni per contribuire all’avvio di un processo di rinnovamento della città.

Se quella alla Casa dell'Energia e dell'Ambiente trasforma i muraglioni degli scali in confini anche cronologici tra passato, presente e futuro, la mostra Mappe. Sguardi sui confini, dal 20 giugno al 15 luglio alla Triennale di Milano, esplora la scena artistica, sociale e geopolitica di territori di limen come Turchia, Ucraina, Iran e USA/Messico. Curata da Maria Paola Zedda e organizzata da Zeit, la sezione di arti visive mette a fuoco la produzione artistica dei quattro Paesi attraverso il contributo degli ucraini Martin Kollar e Anna Zvyagintseva, del messicano Daniel Monroy Cuevas, dell'iraniana Simin Keramati e del turco Halil Altindere. La sezione di fotografia, curata da MIA Photo Fair Projects, offre invece uno sguardo sulle condizioni e le problematiche dei quattro paesi attraverso gli scatti dell'ucraino Manu Brabo, del messicano Alejandro Cartagena, dell'iraniana Shadi Ghadirian e del turco Servet Koçyigit. La mostra si apre con il prologo affidato all'italiano Andreco, mentre i quattro focus sono introdotti dall'intervento performativo del collettivo sloveno Irwin.

Gli scali ferroviari di Milano. Oggi, prima di domani.

Fotografie di Marco Introini e Francesco Radino

fino al 28 dicembre

presso Casa dell'Energia e dell'Ambiente

piazza Po 3 – Milano

orari: da lunedì a giovedì dalle 9 alle 17.30

venerdì dalle 9 alle 14

ingresso: gratuito

fondazioneaem.it

Mappe. Sguardi sui confini

dal 20 giugno al 15 luglio

presso La Triennale di Milano

viale Alemagna 6 - Milano

orari: da martedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30

triennale.org

In apertura Halil Altindere, Homeland, Lifeguard.

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