I secret bar di Milano

Nel periodo storico dal 1919 al 1933, caratterizzato dalla messa al bando dei piaceri della mixology, furono moltissimi i bar americani a organizzarsi segretamente per garantire ai propri clienti una fornitura regolare delle bevande bandite. E proprio da questi bar clandestini che è nata l’idea degli speakeasy, locali notturni e segreti, apparsi nelle più grandi città del mondo…e immancabili anche a Milano. Questi locali, che ricordano l’atmosfera americana degli anni Venti, hanno in comune l’anonimato, gli ingressi nascosti all’interno di negozi insospettabili e protetti da passaggi segreti, parole d’ordine o rebus da sciogliere e naturalmente un’ottima selezione di cocktail e distillati degni di nota.

1930

Tra gli speakeasy più famosi di Milano c’è sicuramente il 1930, ma (quasi) nessuno è al corrente delle sue coordinate. Si sa solo che è in zona Cinque Giornate: a conoscerne l’indirizzo è solo un club ristretto di clienti affezionatissimi. Non è un gioco da ragazzi ottenere la tessera e le informazioni necessarie per entrare in questo esclusivo secret bar, ma con una buona dose di tenacia potreste riuscire a ottenere l’agognata tessera e le chiavi d’accesso.

I proprietari di 1930 sono gli stessi del noto cocktail bar milanese di Ripa Porta Ticinese 43, il Mag Cafè. I cavalli di battaglia sono infatti cocktail e distillati.

Il locale, curato nei minimi dettagli, accoglie con musica dal vivo, mattoni a vista, luci soffuse e il tipico arredamento dell’età proibizionista in un universo fuori dal tempo. Bancone in legno scuro, grammofono, carta da parati a righe bianche e nere, bottiglie scintillanti di whisky in bella vista creano un’atmosfera davvero suggestiva.

White Rabbit

Pronti a seguire il Bianconiglio dentro la sua tana? Come accadde ad Alice nel Paese delle Meraviglie, sarete catapultati in un locale milanese più che singolare: questo secret bar è talmente segreto che il suo sito è composto da un form davvero minimalista, giusto il necessario per ricevere la parola d’ordine d’ingresso.

Del White Rabbit non è difficile trovare le coordinate (il locale si trova nel quartiere Isola), ma per poter entrare bisogna aspettare che la luce esterna dell’anonima vetrina sia accesa e, dopo aver suonato il campanello, pronunciare la parola d’ordine.

Ad attendervi, una volta varcata la soglia, un vero e proprio tuffo negli anni Venti tra riviste, quadri e arredi del periodo Proibizionista. Intimo e curato in ogni dettaglio, il White Rabbit propone classici cocktail ma anche cocktail particolari, i cui nomi riprendono quelli di celebri criminali italo-americani. Siete mai stati serviti da un cameriere mascherato da coniglio bianco?

Dandelion

Quasi due anni di studi e preparativi hanno portato alla luce Dandelion, un secret bar dall’atmosfera appartata e sospesa nel tempo dove gustare creazioni alcoliche ricercate.

Come si accede? È necessario entrare in possesso di una delle cento tessere metalliche esistenti e recapitate anonimamente a persone “prescelte”. Sulla tessera è inciso uno speciale rebus che conduce “direttamente” all’ingresso del locale e i cento “tesserati” possono invitare fino a tre persone. La tessera non è personale però, all’arrivo viene ritirata e riconsegnata all’uscita “ai più meritevoli”.

Chi non ha la fortuna di incontrare uno dei tesserati ha una seconda chance: su Instagram il Dandelion talvolta posta il rebus per l’ingresso: chi è veloce e astuto nella risoluzione riesce a prenotare una serata in questo esclusivo locale anche senza la tessera fisica. In accompagnamento ai cocktail – sono spesso organizzate guest-shift con barman provenienti da altri cocktail bar europei – è possibile ordinare piccole tentazioni golose scelte da un menu che segue la stagionalità, prodotti locali e le esigenze dei clienti. Il locale è aperto da mercoledì a domenica dalle 19 alle 3.