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MUSICA

Dieci anni di suoni, visioni e città

Jazzmi festeggia dieci anni trasformando Milano in una grande casa del jazz: dal 23 ottobre al 9 novembre oltre duecento concerti tra teatri, club e spazi urbani. Dai maestri come Diana Krall, Abdullah Ibrahim e Dee Dee Bridgewater alle nuove voci e ai progetti immersivi, la città risuona di libertà, incontro e visione

DI REDAZIONE CLUB MILANO

09 October 2025

«Jazzmi è uno degli appuntamenti più attesi e rappresentativi di Milano, capace di coniugare qualità artistica, innovazione e accessibilità», ha ricordato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi durante la conferenza stampa, sottolineando come il festival sia ormai parte del DNA culturale cittadino. E se per Marco Castellani “da dieci anni Jazzmi porta nella grande casa di Milano i fiori del jazz”, per Chiara Angeli di Volvo “è musica che esplora e si trasforma mantenendo radici e coraggio”.

jazzmi milano 2025

Con questo spirito, dal 23 ottobre al 9 novembre 2025, Milano si prepara a celebrare il decimo anniversario di Jazzmi, un traguardo che trasforma la città in un’orchestra diffusa. Dalla Triennale Milano Teatro al Blue Note, dal Volvo Studio ai grandi palcoscenici come il Teatro Arcimboldi, il Dal Verme e il Lirico Gaber, fino agli spazi alternativi di BASE Milano, Santeria Toscana 31, Spirit de Milan e Fabrique, il festival disegna una mappa sonora che unisce centro e periferie, eleganza e sperimentazione, tradizione e futuro.

L’apertura sarà affidata alla raffinatezza di Diana Krall al Teatro Arcimboldi, preludio a un calendario di oltre duecento concerti che intrecciano maestri e nuove voci. Dal trio del leggendario Abdullah Ibrahim al lirismo mediterraneo di Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan Lundgren, passando per il ritorno di Dee Dee Bridgewater e l’energia cosmica di Flying Lotus, il programma alterna eleganza, groove e visioni.

Alla Triennale, il pubblico potrà ascoltare l’oud poetico di Anouar Brahem, la spiritualità del pianista brasiliano Amaro Freitas, la potenza funk di The Headhunters, le contaminazioni del trio Mammal Hands e il viaggio sonoro di Daniele Sepe & Galactic Syndicate. Il Blue Note, casa madre del jazz milanese, ospiterà performance di Mike Stern, Richard Bona, David Murray, Avishai Cohen, Theo Croker e Dee Dee Bridgewater, in un crescendo che attraversa generazioni e continenti.

Anche i club e gli spazi indipendenti diventano protagonisti: Kokoroko e l’afrobeat di nuova generazione all’Alcatraz, l’energia urbana di Arrested Development e Bilal alla Santeria, la sperimentazione di YUUF e Summer Pearl al Biko, fino al debutto italiano di Flying Lotus al Fabrique. Tra le esperienze immersive spicca Lumina, il progetto sensoriale dei C’Mon Tigre ospitato da Base Milano, dove musica, luci e un robot percussionista si fondono in un rituale contemporaneo. Sempre a Base torna HardKoro, il coro pop-up dove il canto diventa incontro e comunità.

Quintorigo & John De Leo

Quintorigo & John De Leo, in concerto lunedì 27 ottobre, ore 21.00, al Teatro Dal Verme

Non mancano le collaborazioni culturali: Armani/Silos accoglie i Calibro 35 e la rassegna cinematografica The Body of Jazz dedicata a Henry Mancini, mentre all’ADI Design Museum risuonerà il tributo “More Morricone”. Il Centro Culturale di Milano ospiterà il dialogo tra le fotografie di Pino Ninfa e i suoni di Louis Sclavis, e il Volvo Studio Milano conferma il suo ruolo di laboratorio per le nuove generazioni con il contest Jam the Future e gli appuntamenti di Jazzy Vibes firmati Today at Apple.

Jazzmi non dimentica la parola scritta: tra le librerie e i caffè milanesi si terranno incontri con Stefano Zenni, Franco D’Andrea, Gaetano Liguori e molti altri per esplorare le storie e le voci che hanno segnato un secolo di musica libera.

Dieci anni dopo la sua prima edizione, il festival conferma la sua identità come mappa sonora della città. Un ecosistema culturale che non si limita a ospitare concerti, ma costruisce relazioni: tra artisti e pubblico, quartieri e generazioni, suono e paesaggio urbano. In un’epoca segnata da frammentazione e velocità, Jazzmi resta fedele alla sua filosofia: rallentare, ascoltare, creare connessioni. E come scriveva Szymborska, «Perdonate, guerre lontane, se porto fiori a casa»: i fiori del jazz continuano a sbocciare tra i cortili, i teatri e i cuori di una Milano che, anche quest’anno, suonerà all’unisono.

In apertura, foto di Giorgia Motta

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