Direttore artistico del Premio Tenco, nato anche grazie a lui negli anni Settanta e dedicato alla canzone d’autore, l’architetto milanese, classe 1948, continua a occuparsi attivamente di musica, sia al vertice della prestigiosa rassegna sanremese, sia come autore di libri ad hoc
DI PAOLO CRESPI
09 October 2025
II bilancio, dal mio osservatorio, è più che positivo: per essere passati dai 300 spettatori paganti di qualche anno fa, al Teatro Ariston esaurito delle ultime edizioni (e questa di per sé è una soddisfazione enorme). E per essere riusciti ad attualizzare la cassaforte di valori costruita in mezzo secolo di storia del Tenco, con nomi che meritavano di essere riscoperti e valorizzati, da Adamo a Eric Burdon, a Pino Donaggio… Recuperando anche un senso non manicheo della canzone d’autore. Perché la buona canzone ha anche vie “mediane”, come nel caso, ad esempio, del premio attribuito nel 2021 a Mogol, relativo al suo binomio con Battisti… C’è stato, insomma, un lungo processo per ridefinire il concetto stesso di “canzone d’autore”. Per cui, sì, sono molto soddisfatto.
I premi Tenco 2025 sono dettati in gran parte dal tema scelto, “con la memoria”. Goran Bregovi? è la memoria di mezza Europa, quella orientale: ci porta le tradizioni musicali di tanti paesi che chiamiamo per comodità “balcanici” ma arrivano in realtà, quelle tradizioni, a coprire anche la Turchia e alla Grecia. Ricky Gianco è lui stesso memoria. Un monumento, uno che cantava già nel Clan di Celentano, alla fine degli anni Cinquanta, ed è sempre rimasto in pista, riuscendo a rinnovarsi. Negli anni del beat scriveva capisaldi come Pietre o Il vento dell’est e lanciava l’esperienza dei “supergruppi”, poi è diventato cantautore, con Gianfranco Manfredi, oltre a regalarci memorabili cover di brani dei Dire Straits, piuttosto che di Bruce Cockburn. Tito Schipa Jr. è il primo autore di un’opera rock: si è sempre fatto riferimento a Tommy degli Who, ma a precederla c’era Orfeo 9 del maestro italiano. Poi abbiamo Tosca, che è la memoria geografica della canzone, e Daniele Silvestri che è riuscito a costruire canzoni sulla base di piccoli flash di memoria, come la visione di una Y10 bordeaux, identica a quella della ex, che “mi provoca un infarto”. E infine i Baustelle, la memoria recente, quella degli ultimi vent’anni, buona, anzi ottima per il prossimo futuro.
Fin da ragazzo ho seguito la vocazione del “non scegliere”. Ho fatto il liceo classico perché ti lasciava aperte tutte le porte. Per la cronaca, i miei mi avevano mandato a studiare in collegio, fuori Milano, ma quando da lì fui sbattuto fuori (era un istituto arcivescovile e pare che in chiesa mi fosse sfuggita qualche frase blasfema), terminai gli studi al Carducci. In seguito mi iscrissi ad Architettura, perché lì c’era dentro un po’ di tutto: cultura classica, scientifica, artistica… Sempre con l’obiettivo di non incanalarmi in una passione sola. Parallelamente, infatti, coltivavo quella per la musica.
Quello è stato un gioco, in compagnia di persone che per fortuna giocavano anche loro. Ogni tanto il nostro gruppo di discreti dilettanti perdeva qualche pezzo: chi voleva fare il musicista sul serio, se ne andava a suonare altrove, con i professionisti. L’architetto invece l’ho fatto tutta la vita, riuscendo anche a coinvolgere qualche cliente atipico nelle mie passioni. Per esempio l’operazione postuma sul cantautore russo, dissidente, Vysockij, nel 1993, riuscii a realizzarla grazie al poderoso intervento economico di un mio affezionato cliente…
Beh, sì, confesso che mi piace, anche se non ricordo chi me lo diede e soprattutto non so se corrisponda davvero alla realtà.
Sono cresciuto in via Carlo Goldoni, poi però parte della mia vita l’ho trascorsa a San Siro e prima di trasferirmi in Catalogna vivevo lì. Sentimentalmente sono molto legato a quella zona di Milano.
Certo, come per tutto ciò che scompare della Milano in cui sono nato. Da ragazzo ci andavo tutte le domeniche, perché uno dei miei più cari amici era interista, mentre io tifavo il Milan di Nereo Rocco. Ricordo partite di coppa eroiche, in particolare un Celtic-Milan con un gelo da paura, mai sofferto tanto freddo in vita mia… E il gol-miracolo di Sormani, in quella partita così difficile, non posso dimenticarlo. Certo, già i cambiamenti per i Mondiali di calcio del 1990 avevano fatto di San Siro uno stadio molto diverso da quello delle origini. Che succederà ora non è chiaro. Si dice che al giorno d’oggi si debba costruire secondo altre logiche. Però il nuovo campo di calcio di Barcellona l’hanno rifatto secondo queste nuove logiche, pur mantenendo intatta la vecchia struttura…
Anch’essa è frutto della musica. Con Amilcare Rambaldi, l’iniziatore del Premio Tenco, avevo cominciato a frequentare la regione sulle tracce delle splendide canzoni dei suoi cantautori, a partire da Lluís Llach. Mia moglie aveva da tempo l’intenzione di andarci a vivere, per cui già nel ’92 comprammo quella che per quindici anni è stata solo una seconda casa. Poi la bellezza del luogo e la pace della vita di campagna hanno fatto il resto… Pensa, noi abitiamo in un borgo in pietra con solo sei residenti e purtroppo una donna del posto sta molto male, per cui fra un po’ saremo in cinque. Davanti al mio studio ho venti chilometri di verde, senza alcun insediamento umano. So di essere un privilegiato, ma ho percorso qualcosa come 3000 chilometri per trovare il mio buen retiro e ora non lo lascio più.
Un volume che si chiamerà Casa Rambaldi, ma non è una biografia: quando ho iniziato a lavorarci mi sono reso conto che l’arco dell’esistenza di Amilcare, nato nel 1911 e vissuto fino al 1995, coincide perfettamente con la nascita e lo sviluppo della canzone del Novecento, da Tripoli, bel suo d’amore, considerata la prima vera canzone italiana, fino alla fine del vinile (oggi di nuovo in auge) con l’avvento del cd. Ho deciso di raccontare quel lungo periodo in chiave musicale: cos’è successo, in quegli 84 anni, e non soltanto in Italia. Non so quanto tempo mi prenderà, ma è sicuramente questo il mio prossimo obiettivo. Oltre al Tenco.
Premio Tenco 2025
Con la memoria
23, 24, 25 ottobre 2025
Teatro Ariston di Sanremo (Imperia)