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LIFESTYLE

Base di partenza

DI Marilena Roncar

25 March 2016

Base come fondamenta, come necessità di ripartire da zero consegnando a tutti gli strumenti “elementari” per lavorare sulla produzione culturale; Base come a place for cultural progress, come si autodefinisce ovunque, un posto dove la cultura è al centro di ogni decisione, ma soprattutto un posto che adesso c’è e che il 30 marzo si apre alla città. Arrivandoci nei 6mila metri quadri di Base, al 34 di via Bergognone, negli spazi della Stecca delle ex Acciaierie Ansaldo, si respira un grande fermento, come un ribollire di dinamismo e frenesia, che poi sono quelli tipici di ogni debutto. Il 30 marzo, dopo una ristrutturazione realizzata in tempi record, questi spazi datati 1904 vengono, infatti, riconsegnati alla città trasformati in una moderna fabbrica di produzione culturale, dove coesistono in un unico luogo processi di incubazione, produzione e fruizione, per realizzare prodotti e servizi che, una volta testati, possono anche essere esportati (con il marchio Base).

Tutto nasce da un bando del Comune di Milano e da una cordata di cinque organizzazioni che mettendosi insieme quel bando lo vincono. Si tratta di Arci Milano, Avanzi, Esterni, H+, Make a Cube3, un gruppo eterogeneo con competenze diversificate, che però condivide una visione unitaria. «Nella nostra ricerca di una qualche formula di definizione è molto ricorrente il tema dell’ibrido – ci spiega Matteo Bartolomeo, il presidente dell’impresa sociale che gestirà Base per i 12 anni di questo primo ingaggio – così come il fatto di immaginare uno spazio e una comunità liquida, nel senso che si reinterpreta di continuo, favorendo nuovi ingressi e consentendo anche un’uscita a organizzazioni che nel frattempo si sono rafforzate al punto da essere in grado di esportare prodotti e servizi già testati qui».

Base è quindi un luogo di produzione culturale, una startup che è anche un esempio di ricon- versione urbana e riutilizzo dell’esistente, come testimoniano gli ampi spazi di architettura industriale tradotti, grazie al progetto architettonico di Onsitestudio, in luoghi di incontro, studio e lavoro, con sale prova e palchi, laboratori e foresteria, tutti collegati tra loro. Onsitestudio ha lavorato creando una serie di volumi di varie dimensioni realizzati in mattoni artigianali, e destinati a contenere i servizi, dal bookshop al bar per intenderci, creando una sorta di micro città fatta di slarghi e di grandi e piccole piazze. Si comincia dal pianterreno dove ci accoglie una sorta di agorà, una piazza coperta su due livelli collegati da una scalinata, proprio come nelle piazze vere appunto. Non siamo solo tra una caffetteria e un bistrot, ma in un posto dove chiunque può entrare, incontrarsi per un appuntamento di lavoro, mettersi sulla poltrona, fermarsi a lavorare o a leggere un libro. Lo spazio coworking e i laboratori si trovano al secondo piano insieme con la residenza-foresteria aperta sia alla città, sia ad artisti internazionali.

Per entrare e usufruire degli spazi l’appuntamento è con la festa di apertura del 30 marzo quando prenderanno il via anche una serie di eventi: dall’inaugurazione della mostra laboratorio Visual Making realizzata da Opendot in collaborazione con Claude Marzotto e Daniela Lorenzi a Bookpride, la fiera degli editori indipendenti (1- 3 aprile), dalla XXI Triennale Architettura (2 aprile) alla presentazione del nuovo numero di “Le Dictateur” di Maurizio Cattelan (9 aprile) fino alla Design Week che inizia il 12, mentre più in là, a giugno, toccherà alla moda. Questo palinsesto di eventi ospitati va di pari passo con lo sviluppo delle attività permanenti e anche da qui viene l’idea di Base di conquistare pure il 3° e il 4° piano (sono in corso le trattative con il Comune) allargandosi su tutto l’edificio per 12mila mq complessivi che consentirebbero di sviluppare ancora di più il concetto della comu- nità liquida in perenne divenire, oltre che in tota- le apertura. Nonostante sia un progetto vicino di casa del Mudec e di Armani Silos, e insieme a essi rappresenti la volontà di riqualificare il territorio milanese, Base non nasconde la sua ambizione a dialogare anche con realtà internazionali traghettando Milano verso una dimensione più ampia. «C’è un desiderio di nuovi linguaggi, di rottura di alcune barriere e di confini – sottolinea il presidente Matteo Bartolomeo – ed è di questo che Base vuole farsi interprete, auspicando che pian piano i desideri si trasformino in bisogni di scoperta e anche di futuro».

Le dictAteUr n.5

Sabato 9 aprile alle 19 Base ospita in anteprima la presentazione del nuovo numero di “Le Dictateur” a cura di Maurizio Cattelan. Fondato nel 2006 come progetto editoriale a cui negli anni hanno preso parte i più grandi artisti della scena nazionale e internazionale, “Le Dictateur” celebra i suoi 10 anni di attività con questa nuova edizione speciale, la N. 5, The Rat Pack, curata da Cattelan. www.ledictateur.com

 Articolo pubblicato su Club Milano 31, marzo – aprile 2016. Clicca qui per scaricare il magazine.

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