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Sulle tracce di Gio Ponti

A 130 anni dalla nascita, Gio Ponti resta una vera icona del XX secolo. La sua figura e la sua opera, in straordinario anticipo sui tempi, sono protagoniste di un nuovo volume da collezione: Gio Ponti Art Edition, edito Taschen. Spunto da cui partire alla scoperta di tour tutto milanese.

DI Alessandra Cioccarelli

28 May 2021

Per scoprire città sfuggenti e camaleontiche come Milano, a volte può essere interessante scegliere un percorso tematico che illumini preziosi dettagli nascosti tra le sue pieghe. È il caso dell’opera di Gio Ponti, un architetto fuori dal comune, profondamente rivalutato dopo la sua scomparsa (1979), che ha lasciato al capoluogo meneghino un’eredità generosa e sorprendente.

Nato a Milano il 18 novembre 1981 e laureatosi nel 1919, Gio Ponti era un eclettico architetto, ma anche un ceramista, un costumista teatrale, un professore di architettura, un prolifico designer, capace di spaziare dagli oggetti d’uso quotidiano alla più articolata progettazione urbanistica. Ancora oggi sorprende la particolare abilità di Ponti di applicare la più solida conoscenza dei materiali e delle innovazioni tecniche tanto alla celebre sedia “Superleggera” quanto a edifici come il grattacielo Pirelli.

Un breve itinerario tra le opere più significative dell’architetto milanese ci porta a riscoprire le tante diramazioni della creatività di un artista da non dimenticare.

La Casa Ponti di via Randaccio 9

Sorge al civico 9 di via Randaccio, nel centrale quartiere di Sempione, la prima casa realizzata da Gio Ponti a Milano e la prima delle quattro case da lui abitate. Progettata per la propria famiglia, la villa è frutto di un lungo sodalizio con l’amico e collega Emilio Lancia (1980-1973), uno dei maggiori esponenti dello stile “Novecento”. Piccolo monumento palladiano, la casa ha una pianta a ventaglio, una facciatina concava a obelischi, appartamenti quasi senza corridoi. Nicchie, urne, trabeazioni, timpani, dentellature ed edicole sono i molteplici elementi neoclassici che si stagliano in modo quasi ironico sulle facciate.

La Casa Torre Rasini di Porta Venezia

Chiunque si trovi a passeggiare per Porta Venezia sarà rimasto incuriosito dall’originale e composito edificio che si staglia tra Corso Venezia e gli omonimi bastioni. Terminata nel 1936 dalla collaborazione tra Gio Ponti ed Emilio Lancia, storico amico di studi, Casa Torre Rasini viene realizzata su richiesta di una committenza privata che richiede la creazione di un complesso di edifici residenziali, da destinare ad appartamenti in affitto.

Il progetto si compone di due edifici: il primo è un parallelepipedo bianco, affacciato sul settecentesco Corso Venezia, rivestito da una facciata in marmo e disegni scarni fatta eccezione per un’unica decorazione interrotta da una sfilata di balconi e simmetrie rispetto ai due ingressi. Il magniloquente parallelepipedo è impreziosito da finestre lunghe e sdoppiate che ricordano ampi sorrisi. La Torre invece, dalle forme cilindriche e con largo uso di mattoni, è un felice gioco di pieni e vuoti contrastanti. Contrafforti e logge che salgono fino in cima costruiscono l’idea che Gio Ponti aveva della casa…

«Un vaso che contiene tutte le funzioni del vivere, in cui i mobili brillano di vita propria, gli spazi sono grandi, capaci di contenere opere d’arte e mobili movibili».

La chiesa futurista di via Ampere 75

«Le altre città hanno delle colline, come Roma, come Firenze, come Torino, hanno il mare come Genova... Napoli ha il mare, le isole e pure il Vesuvio. Dio ha aiutato molto la bellezza di queste città, ma per Milano Dio non ha fatto niente, quindi sta a noi fare in modo che Milano sia una bella città: è una questione di creazione, ecco perché gli architetti che amano molto Milano e i milanesi non fanno che sognare di poter realizzare, di creare una bella città, perché senza di loro e senza i milanesi Dio è assente». Un ironico e paradossale Gio Ponti così spiegava la sua piccola teologia architettonica per la capitale lombarda.

E tra i progetti di Gio Ponti non manca l’edificio religioso. Al civico 75 via Ampere sorge sicuramente una delle chiese più singolari di Milano: la chiesa di San Luca Evangelista, inaugurata nel 1961 e commissionata dal cardinal Montini. Un edificio innovativo che esprime una religiosità fatta di pochi elementi e pervasa da lame di luce.

Costituita da un unico ambiente, la chiesa non presenta cappelle - al piano meno uno si trovano gli spazi parrocchiali - e si fa notare per semplicità e minimalismo: una facciata a capanna arretrata, finestre enormi ad altezza visitatore, pareti inclinate, sei piloni che sorreggono la struttura. Minuscole tessere a disegni diamantati ricoprono parte della superficie esterna, facendola brillare, mentre quella interna è lasciata totalmente bianca e contrasta piacevolmente con il soffitto di colore blu intenso. Modernissime le panche e i confessionali dalle superfici inclinate.

Il Pirellone di Piazza Duca d’Aosta

Tra i cult immancabili per gli amanti di Gio Ponti svetta certamente il grattacielo Pirelli, meglio noto come il Pirellone. Situato sull’angolo sud-ovest di piazza Duca d’Aosta, dove si trova anche la Stazione Centrale. Sorto sulla nota Cascina Brusada, una classica cascina settecentesca, il Pirellone è un’invenzione strutturale di grande originalità: una grande parete abbracciata dai corpi che bassi che circondano l’edificio e una torre immersa nel vuoto sormontata da un “cappello staccato” nella parte superiore, dotata di una forma rastremata conclusa. Gio Ponti - Taschen, 2021 ©

Lame, triangoli di luce, nessun peso inutile, slanci in verticale danno vita a una struttura in calcestruzzo armato da 127,10 metri, ancora oggi uno degli edifici più alti mai realizzati con questo materiale. Gio Ponti non sarà completamente soddisfatto della facciata del suo ambizioso grattacielo - il primo ad aver sfidato nell’altezza la Madonnina di Milano - ma la ditta Telefunken farà a Berlino una coppia esatta del missile dello skyline milanese.

Gio Ponti da collezione

Per chi volesse approfondire l’opera di Gio Ponti, si segnala l’uscita di un grande omaggio all’architetto milanese. Taschen porta in libreria a giugno 2021 “Gio Ponti”, un volume monografico unico per ampiezza di trattazione, progetti presentati e documenti d’archivio inclusi, scritto da Stefano Casciani e Karl Kolbitz, con il contributo di Salvatore Licitra, Lisa Licitra Ponti, Brian Kish e Fabio Marino. Ad affiancare la prima edizione, in 5000 copie numerate, c’è anche un’esclusiva edizione artistica di sole mille copie: “Gio Ponti. Art Edition”. Quest’ultima è accompagnata dal celebre tavolino disegnato da Ponti con il “reticolo” Arlecchino e da quattro stampe d’arte. Gio Ponti - Taschen, 2021 ©

Gio Ponti
Testi di Lisa Licitra Ponti
Saggio biografico di Stefano Casciani
5000 copie numerate, €200
Taschen Gio Ponti. Art Edition - Taschen, 2021 ©

Gio Ponti. Art Edition
Testi di Lisa Licitra Ponti
Saggio biografico di Stefano Casciani
Tavolo esclusivo disegnato da Gio Ponti, quattro stampe d'arte
1000 copie numerate, €3.000
Taschen

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