25 November 2014
Milano capitale dell’industria e dell’impresa. Milano dove si cerca lavoro. Milano dove il lavoro lo si inventa. Non è una storia da boom economico degli anni Sessanta. Milano è ancora la capitale delle idee imprenditoriali. Ma lasciate perdere il termine imprenditoria, oggi si parla di startup.
È un concetto che all’estero viene preso piuttosto sul serio e in città l’attenzione per il fenomeno non è certo minore. Nel capoluogo lombardo, siti di mentorship per aspiranti “startuppari”, acceleratori e incubatori crescono dappertutto in nuovi e luminosissimi open-space appena fuori il centro. Il termine, in fondo, riassume un concetto semplice: trovare un’idea nuova che funzioni e che cambi il modo di fare una cosa. Milano pullula di idee di questo genere.
Un chiaro esempio è SOLO, startup di base a Milano, nata dall’idea di Orlando T.M. Merone e vincitrice dell’edizione lombarda e nazionale di InnovAction Lab 2014. SOLO è un POS virtuale che permette di pagare con carta di credito e di debito senza dover strisciare la propria tessera. “Ha un funzionamento molto semplice – racconta Orlando – il merchant, o chiunque richieda un pagamento, attraverso un semplice link, condivide il proprio profilo pubblico e verificato con i clienti, che possono pagare comodamente da qualsiasi dispositivo”. Il grande vantaggio di SOLO, pronto per il lancio definitivo nei primi mesi del 2015, sta nel non richiedere hardware o registrazione di alcun tipo.
SOLO non punta unicamente a facilitare una cosa di per sé piuttosto semplice. La startup mira anche a cambiare le abitudini di pagamento degli italiani, ancora affezionati alla sicurezza tangibile del contante. “In media, il 14% degli italiani paga principalmente con carta di credito. In Europa, invece, l’indice di penetrazione di metodi di pagamento telematici sale al 51%”, spiega Edoardo Raimondi, CEO di SOLO. “Contiamo su una nuova normativa in fase di approvazione che impone a diverse categorie di professionisti di avere un POS. SOLO faciliterebbe la transizione per merchant e clienti, ad esempio”.
Milano non è esclusivamente soldi. È anche moda. Lo sanno bene Paolo Broglia, milanese, e Jacopo Moschini, toscano: i fondatori di Leonardi Milano. Il nome si rifà a Leonardo Da Vinci, “Simbolo di creatività e genio italiano celebre all’estero”, raccontano i due ragazzi. “Il nostro obiettivo è offrire una linea di prodotti di pelletteria personalizzabili tramite la nostra piattaforma sia in negozio sia online”, spiega Paolo. Questo core value è racchiuso dall’hashtag #tailoredBYyou, un mantra per la startup, registrato da Paolo e Jacopo e impresso su gran parte dei loro prodotti.
Paolo e Jacopo hanno trovato il giusto compromesso innovazione tecnologica e tradizione manifatturiera. “Abbiamo selezionato le materie prime dai distretti italiani e centralizzato la produzione nelle Marche”, dice Jacopo. “Sin dall’inizio volevamo puntare sul made in Italy pensato per i mercati esteri: Russia, America, Cina dove il mito del prodotto italiano è fortissimo”. È proprio a Shanghai che da poco Leonardi Milano ha aperto la sua showroom, gemella di quello milanese in corso Genova. “La cosa davvero bella dei nostri prodotti? Il fatto che i nostri clienti possono tenere in mano un prodotto finale che loro stessi hanno scelto e creato”.
Ma c’è anche chi punta allo sport. Avrete sicuramente presente quando dopo l’ufficio arriva la sera e con essa la partita di calcetto. Ma manca il decimo perché qualcuno si tira indietro all’ultimo. Fubles.com potrebbe tornarvi utile. È una piattaforma online che permette a chi volesse organizzare una partita di calcetto (ma non solo) di trovare partecipanti in rete. “Fubles nasce da un’esigenza reale”, racconta Giuseppe De Giorgi che nel 2009, ha dato vita a Fubles Srl, insieme ad altri amici conosciuti fuori e dentro l’università. “Quando eravamo all’università organizzare le partite di calcetto richiedeva troppo tempo e troppo denaro e poi c’era sempre il bidonaro di turno. Non c’era ancora nessuna alternativa online. Ce la siamo costruita da soli e l’abbiamo sviluppata”. L’aumento di popolarità che Fubles sta avendo all’estero, in Spagna, Francia, Inghilterra, Australia è sorprendente; una popolarità costruita sul passaparola, sul networking offline, prima che in rete. “Abbiamo cominciato con qualche centinaio di utenti. Ora siamo a oltre 400 mila in totale”, dice Giuseppe. “La voglia di giocare con i propri amici non è una cosa solo italiana. È universale”. È proprio su questa dimensione sociale del gioco come esperienza di gruppo che si basa la fortuna di Fubles, nel cui futuro c’è un piano piuttosto chiaro, come Spiega Giuseppe: “Raggiungere ogni campo sportivo del mondo”.
La filosofia di una startup si colloca spesso tra la metafisica e lo zen. Significa guardare oltre all’uso delle cose di tutti i giorni e vederci nuove applicazioni. Il team di Tickete, un’impresa nata tra Bologna e Milano ma cresciuta nel capoluogo lombardo, ha trovato il modo di riutilizzare le informazioni contenute in uno scontrino fiscale. Il motto di Tickete è “Snap ‘n’ Win”: “fotografa e vinci”. L’app di Tickete permette di caricare le foto di scontrini e ricevere in cambio buoni da spendere in diversi franchise. “Per Tickete si tratta di lavorare con i big data”, spiega Luca Gisi, CEO di Tickete. “Immagazziniamo le informazioni di consumo del cliente come data, ora di acquisto, nonché il luogo e il tipo di articolo acquistato: dati estremamente preziosi per le compagnie che vogliono fare marketing mirato e customizzato secondo i parametri definiti dalla nostra raccolta dati”.
La versione di lancio sarà disponibile per marzo 2015 e conterrà molti altri servizi all’utente. “Per adesso stiamo lavorando al progetto di base che già si colloca bene rispetto alla concorrenza”, racconta Gabriele Rippa, CCO e responsabile Comunicazioni &PR di Tickete. “Nella versione di lancio vogliamo offrire anche strumenti per controllo e ge- stione delle spese”.
Ma il mondo delle startup non è unicamente il mondo dei consumer goods. Pazienti.it ne è un esempio: è una piattaforma online creata nel 2010, ideata dalla dottoressa Linnea Passaler. “Si tratta di una comunità in cui la medicina diventa accessibile a chiunque, abolendo le distanze che separano spesso i pazienti dai loro medici”, spiega Claudia Uccelli, nuovo CEO di Pazienti.it. “Il sito nasce proprio per aiutare gli utenti a scegliere dove e come curarsi”. In pratica l’utente di Pazienti.it può ricevere l’aiuto di medici, cercare offerte relative a trattamenti di medicina specializzata, prenotare video consulti e leggere approfondimenti riguardo a salute e benessere. Oggi il sito ha già dato risposta a 12.000 domande degli utenti e i piani futuri sono ben delineati. “Nella nostra vision, i pazienti diventeranno consumatori di salute estendendo i propri bisogni al benessere e alla prevenzione”, racconta Claudia.
Nonostante queste cinque startup nascano da idee e da intenzioni diverse, c’è da riconoscere un comune denominatore: non solo la voglia di cambiare e innovare, propri di ogni startup, ma in particolare il luogo in cui si stanno sviluppando. Milano si è riscoperta capitale dell’impresa 2.0, un tipo di impresa che sembra reggere a differenza della new economy dei primi anni 2000. Il capoluogo lombardo sta puntando su idee innovative in grado di entrare in assonanza con i mercati esteri; capace, forse, di riaccendere il motore di una crescita tanto millantata quanto smentita dai fatti. Alla fine “startup” in inglese significa cominciare. Chissà.
In apertura: il totem di personalizzazione dei prodotti nello showroom di Leonardi Milano. Con la piattaforma ideata dalla startup è possibile scegliere i dettagli del proprio acquisto.
Articolo pubblicato su Club Milano 23, novembre - dicembre 2014. Clicca qui per scaricare il magazine.