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LIFESTYLE

Street art! I murales di Milano

Non solo periferie e centri sociali. Anche nelle vie del centro Milano sta scoprendo nella street art nuove opportunità di valorizzazione urbana e lotta all'illegalità: ecco un breve itinerario per andare alla scoperta dei più importanti murales presenti in città.

DI Alessandro Cossu

05 August 2014

Parli di murales a Milano e inevitabilmente rischi di toccare uno dei grandi nervi scoperti della città, sommersa com’è da una marea di graffiti, tag e imbrattature di ogni genere. Ma se per decenni si è faticato a distinguere le molteplici sfaccettature del fenomeno, accontentandosi di etichettare la cultura underground del writing come semplice vandalismo urbano, oggi appare evidente il tentativo di fare un po’ di chiarezza sul tema, tracciando una doverosa linea di demarcazione tra ciò che è inutile e idiota deturpamento di strade, muri e monumenti e ciò che nel migliore dei casi è “arte” con la A maiuscola e, nel peggiore, ha comunque il merito di abbellire e colorare le vie di una città che troppo spesso ha fatto del “grigio degrado” la sua tonalità predominante.

Nata come movimento di controcultura delle periferie, oggi a Milano la street art sta infatti vivendo un inedito sdoganamento pubblico che ha assunto i contorni di un piccolo rinascimento (qui, sì, è doveroso limitarsi a una semplice “r” minuscola): se da una parte il Comune ha da poco firmato un patto con i writer mettendo a loro disposizione più di cento muri liberi dove dare sfogo alla propria creatività (dichiarando al tempo stesso guerra aperta a chi non rispetta le regole), dall'altra sono sempre di più i negozi, le associazioni – e persino le chiese – che decidono di concedersi un po’ di colore “armando” direttamente i writer di bomboletta spray. Una nuova vocazione all'arte urbana, dunque, che prova ad avvicinare la città del Cenacolo vinciano alle maggiori capitali estere, dove netta è la distinzione tra vandalismo e street art e i lavori dei muralisti, dalle periferie grigie e degradate delle metropoli, spesso sconfinano nei corridoi eleganti e luminosi delle gallerie d’arte.

Da Nord a Sud, dal centro alle periferie, è oggi possibile tracciare un vero e proprio itinerario dei murales milanesi, un percorso turistico alternativo alla scoperta della street art di casa nostra, dai luoghi di culto per i graffitari come il Leoncavallo, i cui muri sono un inno visuale alla cultura del writing, ai nuovi templi della cultura milanese come la Fabbrica del Vapore, con il suo recente murale dedicato a Mandela e ai vent'anni della democrazia in Sud Africa, trionfo di colore e stili differenti a firma di Pao, Nais, Orticanoodles e Ivan.

Partendo dal centro, la zona tra i Navigli e le Colonne di San Lorenzo si presenta come una lunga e coloratissima tela di cemento che, dai roboanti colori dell’Elicrisio – storica casa autogestita milanese, oggi spaccio popolare di prodotti biologici – passa attraverso i murales della Darsena e dello Zam di via Santa Croce, stendendosi su fino ai graffiti di Corso di Porta Ticinese e alle serrande dipinte dei suoi negozi alla moda, che intrecciano cultura, ironia e impegno sociale, per poi esplodere nella spettacolare ricostruzione storica di “Milan Street Hi-story”: commissionato da don Augusto Casolo per un muro di 40 metri appartenente alla Basilica di San Lorenzo, il murale ripercorre due millenni di storia milanese, ritraendone volti celebri e momenti salienti, dagli Sforza e i Visconti a Sant'Ambrogio, da Leonardo Da Vinci a Napoleone, Alessandro Manzoni a Giuseppe Verdi (autori: Acme 107, Encs, Gatto Nero, Gatto Max, Gep, Gianbattista Leoni, Kasy 23, Luca Zammarchi, Mr. Blob, Neve e 750ml).

Ma è la zona Isola-Garibaldi a rivendicare a buon diritto il titolo di cuore pulsante della street art milanese. Non solo la lunga carrellata di opere nel sottopassaggio di via Pepe della stazione, protagonista del progetto Escoadisola (riproposto anche per la stazione di Greco), ma è l’intero quartiere a colpire con la sua atmosfera decisamente alternativa e underground, un clima diffuso di sregolata e rigogliosa creatività che forse aiuta a sopportare con meno rancore le orribili e onnipresenti tag che qui rivestono il rione come un vecchio vestito logoro e scompigliato. Una breve passeggiata tra le sue vie permette di comprendere facilmente quanto descritto: da via Gaetano de Castillia a Piazzale Minniti (opera di Microbo), da via Cola Montano (Zedz) a viale Sturzo, senza dimenticare i murales in interno di locali come il Frida o il Wasabi.

Rimanendo in zona, da non perdere anche il recente lavoro-evento di Street Artists per la Casa del Volontariato di Milano VOCE, in via Merchiorre Gioia 2.

Sempre in centro, meritano sicuramente una visita anche il muro di KayOne dedicato al tema dell’integrazione, in via Olona, nel retro del Museo della Scienza e della Tecnica, il “drago pinguino” di Pao in zona Paolo Sarpi (via Canonica), il conturbante murale realizzato da Blu per la facciata del PAC di via Palestro e il trionfo di colore del Padiglione Natura del celebre writer milanese Bros, su un cantiere temporaneo in via Pinturicchio (zona Piola).

Per chi invece vuole spingersi un po’ più in là, abbandonando le vie del centro per gli ampi spazi della periferia, è possibile fare tappa al Parco della Martesana, dove tra i tanti murales e disegni presenti, si può fare la conoscenza dei famosi ‘panettoni pinguino’ di Pao, avvistati peraltro, assieme ad alcuni supereroi, anche presso WOW Spazio Fumetto, il museo di viale Campania dedicato alla nona arte, in cui non mancano ovviamente graffiti e decorazioni degni di nota, così come presso l’associazione Fermo Immagine di via Gluck, il cui muro esterno fa rivivere la magia di alcuni grandi classici del cinema. Oppure potrete incamminarvi lungo i muri dell’Ippodromo, dove il Comune in collaborazione con l’associazione Stradearts ha promosso la realizzazione di un grande murale a tema equestre; o ancora, stupirvi di quanta piccola bellezza quotidiana possa emergere anche in aree decentrate come viale Jenner, Corvetto (via Pismonte) o Molino Dorino.

E sebbene sia forse proprio la periferia a offrire gli squarci di colore più nascosti e inattesi, conoscerne e catalogarne tutti i lavori risulta una ricerca imponente quanto vana: è infatti qui, più che altrove, che la street art mantiene ancora intatti i suoi valori di controcultura graffiante e impetuosa, spesso tanto sfuggente quanto sostanzialmente effimera.

La seconda parte del nostro viaggio nel mondo dei murales di Milano la trovi qui: La città si fa arte

Foto in apertura di Anna Tortora (Zam - via Santa Croce).

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