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CITTÀ

La Milano di Arnaldo Pomodoro

New York, Los Angeles, Mosca, Copenaghen, Roma sono alcune delle città che ospitano le monumentali sculture in bronzo di Arnaldo Pomodoro. Grande però è l’eredità lasciata dal maestro a Milano, città che l’ha accolto e che ha coronato il suo successo

DI ALESSANDRA CIOCCARELLI

17 November 2023

In una città dinamica ma anche dispersiva come Milano è interessante rallentare e allontanarsi dalle rotte più battute. Un’occasione per (ri)scoprire la città è ad esempio ripercorrere le orme dei grandi maestri che qui hanno lasciato una memorabile eredità. È il caso di Arnaldo Pomodoro, il noto artista e scultore originario della Romagna che negli anni Sessanta ha trascorso un’importante parte della sua vita e carriera a Milano. La città che gli ha regalato il successo e incontri con artisti come Lucio Fontana, Armando Milani, Enrico Baj ha la fortuna di custodire molteplici delle sue luminose opere.

La Fondazione Arnaldo Pomodoro

Per conoscere la profondità della produzione di Pomodoro un luogo da visitare è certamente la Fondazione a lui intitolata, nata nel 1995 per volere dello stesso artista allo scopo di garantire la conservazione e informazione di tutte le sue opere, nonché promuovere ricerche e momenti di confronto riguardo ai temi e alle figure più autorevoli dell’avanguardia contemporanea. Situata dal 2013 in via Vigevano 9 in uno spazio adiacente allo studio-laboratorio dello scultore sulla Darsena di Porta Ticinese, la Fondazione possiede una collezione di opere di Arnaldo Pomodoro e di altri artisti, cura l’archivio dell’artista, organizza mostre, incontri, visite guidate e laboratori. «Tra le attività della Fondazione c’è anche La Milano di Pomodoro, una visita guidata per le piazze e i musei del centro di Milano che, tracciando un percorso tra le opere di Arnaldo, racconta un tratto di storia artistica e culturale della città» spiega Carlotta Montebello, Direttore Generale della Fondazione.

Il Grande Disco di piazza Meda e la Torre Spirale in largo Greppi

Forme rigorose, solidi perfetti e ben delineati, attraversati da spaccature che lasciano intravedere meccanismi e ingranaggi interni hanno fatto conoscere in tutto il mondo l’opera di Arnaldo Pomodoro. Tra queste, in Piazza Meda, luccica il Grande Disco, monumentale scultura realizzata nel 1972 e ispirata all’Uomo Vitruviano di Leonardo. L’opera, che cangia al variare della luce, fu fatta installare da Pomodoro di notte per “regalare un buongiorno luminoso ai milanesi”. Tra le opere a cielo aperto c’è anche, all’ingresso del Piccolo Strehler in largo Greppi, La Torre Spirale, emblema del divenire e della ricerca di elevazione con le sue forme vorticose e dinamiche.

Pomodoro Grande Disco, 1972 – Milano, Piazza Meda – Ph. Francesco Radino

Arnaldo Pomodoro, Grande Disco, 1972. Foto di Francesco Radino

Museo Poldi Pezzoli, Gallerie Italia e Museo del Novecento. Le opere nei musei

I capolavori di Pomodoro possono essere ammirati anche in tre musei cittadini. In via Manzoni al Museo Poldi Pezzoli visitando l’allestimento della Sala d’Armi, curato dall’artista con una visionaria scenografia. “Nel mio progetto per la Sala d’armi gli elementi del mio linguaggio di espressionismo astratto si sono via via disposti in una sorta di ‘cielo fantastico’: quasi come se le armi (collocate nei muri) fossero in realtà impugnate dai grandi guerrieri, in preda all’impeto delle loro passioni”.

A pochi passi dal Poldi Pezzoli, nel chiostro delle Gallerie Italia, si può contemplare l’opera Disco in forma di rosa del deserto, un capolavoro che attraverso l’antica tecnica della fusione in bronzo ricostruisce il processo naturale di cristallizzazione delle sabbie desertiche dell’Africa. “Per me – ha narrato Pomodoro – l’opera è sempre in relazione ad ambienti, a contesti concreti che ho visitato e conosciuto. Così, alcune mie sculture che si richiamano alla natura non sono collegate a un’idea essenzializzata e astratta di natura, ma alla concretezza del paesaggio e dell’ambiente”.

Nel Museo del Novecento, in piazza Duomo, si trovano invece altre due celebri opere firmate dallo scultore: La colonna del viaggiatore del 1959 e Sfera n.5 del 1965, posizionate nella sezione Nuove vie dell’astrazione, che affronta le sperimentazioni in chiave astratta degli anni Cinquanta e Sessanta.

Pomodoro Sala d'Armi del Museo Poldi Pezzoli, 1998-2000 - Ph. Dario Tettamanzi

Arnaldo Pomodoro, Sala d'Armi del Museo Poldi Pezzoli, 1998-2000. Foto di Dario Tettamanzi

Il Labirinto di via Solari

Oltre a impreziosire le piazze e le collezioni museali della città, l’opera di Arnaldo Pomodoro si trova infine in un inatteso spazio privato, lo showroom di Fendi in via Solari 35. Realizzata tra il 1995 e il 2011, questa installazione di sorprendente potenza evocativa coinvolge il visitatore in un viaggio di esplorazione di mondi e tempi lontani, ispirati all’Epopea di Gilgamesh. Un’opera senza tempo, sintesi del percorso di Pomodoro alla scoperta di civiltà scomparse, in cui ritrovare le tappe biografiche e artistiche dello scultore. Tra rielaborazioni di sculture già note e forme ancora in divenire.

Labirinto Pomodoro Milano, foto di Dario Tettamanzi

Arnaldo Pomodoro, Labirinto. Foto di Dario Tettamanzi. Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro
In apertura, un ritratto di Arnaldo Pomodoro del 2014. Foto di Veronica Gaido

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