Volti di personalità storiche e artistiche, nuovi e antichi simboli cittadini, creature surreali e fantasiose sbucano tra le vie cittadine. Una passeggiata nel centro di Milano alla scoperta delle sue sculture più curiose e ricche di storia
DI ALESSANDRA CIOCCARELLI
04 December 2024
Joan Mirò, Maurizio Cattelan, Arnaldo Pomodoro sono solo alcuni dei grandi artisti che hanno trasformato Milano in un museo a cielo aperto, popolato da sculture che spesso sfuggono a uno sguardo distratto e frettoloso. In giro per la città sono molteplici infatti le icone che fanno capolino silenziosamente tra piccole viuzze o che troneggiano con grande fragore al centro delle piazze.
Una delle sculture più celebri, simbolo per eccellenza di Milano, è La Madonnina che svetta sulla guglia maggiore del Duomo. Raffigurante l’Assunzione della Vergine, la statua in rame realizzata da Giuseppe Perego e dorata dall’orafo Giuseppe Bini è stata posata il 30 dicembre 1774 e l’alabarda rappresenta un parafulmine “mascherato”. Alta 4,16 metri, durante la Seconda Guerra Mondiale fu ricoperta da teli per impedire che diventasse un riferimento topografico per i bombardieri alleati.
In Duomo c’è poi un’altra nota statua, posta proprio al centro della piazza. Si tratta del monumento equestre di epoca ottocentesca voluto da Umberto I in onore del padre: realizzata in bronzo, l’opera porta la firma di Ercole Rosa e raffigura il re Vittorio Emanuele II nella battaglia di San Martino del 1859, mentre il rilievo bronzeo sul piedistallo ritrae le truppe piemontesi a Milano dopo la vittoria nella battaglia di Magenta.
La Galleria Vittorio Emanuele ci conduce in piazza della Scala per ammirare un’altra opera milanese: la statua dedicata a Leonardo da Vinci. L’autore del Cenacolo viene ritratto da Pietro Magni con il viso piegato verso il basso e assorto. Inaugurata il 4 settembre del 1872, la statua è eretta su un pilastro impreziosito da quattro bassorilievi in marmo di Carrara che rappresentano le diverse anime di Leonardo: pittore, scultore, architetto e ingegnere. Intorno a lui vi sono i suoi discepoli: Cesare da Sesto, Marco d’Oggiono, Giovanni Antonio Boltraffio, Andrea Salaino.
A pochi passi da Piazza della Scala, in piazza San Fedele, ad attenderci c’è il monumento ad Alessandro Manzoni, una statua in bronzo e marmo realizzata da Francesco Barzaghi che ritrae il milanesissimo scrittore durante una passeggiata riflessiva con la mano destra che regge il libro delle Georgiche di Virgilio.
Un omaggio al dinamismo, all’ottimismo e alla forza solare del capoluogo lombardo è Il Disco Grande in piazza Meda che Arnaldo Pomodoro – sua è anche la Torre a Spirale di fronte al Piccolo Teatro Strehler – ha dedicato alla città. Realizzato nel 1972, il disco bronzeo è tra le opere più significative di Pomodoro. Il senso di dinamicità rende viva la scultura che, nelle sue forme astratte, racchiude le proporzioni dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci.
L.O.V.E. – acronimo di libertà, odio, vendetta, eternità – è il nome che l’artista Maurizio Cattelan ha scelto per la scultura posta il 24 settembre 2010 di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa. Tra le sculture a cielo aperto più provocatorie, l’opera, realizzata con marmo di Carrara e alta 4 metri e 60, raffigura una mano con il dito medio alzato, mentre le restanti dita sono mozzate.
In Piazza del Carmine, di fronte alla magnifica e omonima chiesa, si trova invece Il Grande Toscano, l’enigmatica scultura di Igor Mitoraj: un busto a metà che richiama la scultura classica ma che giunge a noi frammentario come a indicare che il mistero dell’antico può manifestarsi solo nella forma di brandelli e reperti. Nell’insolito busto trovano dimora un volto all’altezza del cuore e un busto femminile che allude all’arte greca.
Nel cortile d’onore al centro di Palazzo Brera a trionfare è la statua in bronzo di Napoleone Bonaparte, rappresentato da Antonio Canova nei panni di Marte pacificatore come un uomo alto, muscoloso e affascinante.
Stupisce i passanti di via Senato la curiosa Mère Ubu (Madre Ubu), scultura in bronzo del maestro surrealista Joan Mirò donata alla città nel 1976. Situata davanti all’Archivio di Stato, la statua rappresenta una figura dall’aspetto misterioso, un incrocio tra un essere umano e un uccello, allusione surrealista alla sanguinaria Lady Macbeth.
Una ventata di colore è infine quella che i coniugi Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen hanno portato in Piazzale Cadorna con la famosissima scultura Ago, Filo e Nodo inaugurata nel 2000. La “doppia scultura” è composta da un gigantesco ago e da un filo tricolore che rappresenta le prime tre linee della metro cittadina, ma è anche un omaggio alla capitale della moda e alla laboriosità dei suoi abitanti.