20 March 2019
Sorta in aperta campagna e in seguito accorpata all’area urbana tra la Maggiolina e il Villaggio dei Giornalisti, nel quartiere che porta il suo nome, Villa Mirabello è oggi una Fondazione attiva nella solidarietà sociale nel campo delle minorazioni visive. Arrivando l’impressione è di un respiro che si allarga per mandarci, in un salto temporale, in pieno Rinascimento. Lo stile è, infatti, quello tipico lombardo con la struttura ricoperta di laterizi rossi, le finestre ogivali in cotto e il bel cortile a loggiato. La villa risale al XV secolo e pare che nella prima metà del Quattrocento fosse la casa di caccia e delizia, in sostanza una lussuosa dimora fuori porta, dei Visconti. In seguito, a fine Quattrocento, diventa proprietà dei nobili Landriani che la mantengono per alcune decine di anni: non a caso sul grande camino della sala maggiore domina il loro stemma e il motto di famiglia “sempre el dovere” che, tra melograni e croci azzurre, ritorna più volte sulle pareti della villa. È proprio in questo periodo che la dimora diventa scenario di intricate vicende politiche, ospitando, il 4 febbraio del 1500, anche Ludovico il Moro. Negli anni seguenti la sua storia si fa confusa e dalla metà del Cinquecento viene ridotta a usi agricoli, andando sempre più in rovina. A sollevarne le sorti arriva nel 1891 l’architetto Luca Beltrami che la prende in considerazione come insigne esempio di architettura lombarda. Ma è grazie all’acquisizione del complesso da parte dell’Istituto dei Ciechi di Guerra che la villa riacquista un ruolo di valore. Regista di tutto è il professor Francesco Denti, già direttore dell’Ospedale militare delle Orsoline che matura l’idea di una casa in cui i ciechi di guerra potessero trovare ospitalità e lavoro. E la Milano di allora risponde con generosità: diverse banche insieme ad alcuni privati ne finanziano l’acquisto. Inaugurata nel 1920, la Casa Ciechi di Guerra di Lombardia era inizialmente composta da un convitto e da una sezione laboratori che, con il tempo, assunsero anche una fisionomia industriale attrezzandosi come una vera e propria sala di registrazione insonorizzata, dove si registravano su cassetta racconti, novelle e libri di ogni tipo. Gli anni Ottanta vedono però la dismissione di convitto e laboratori, sono anni bui a cui segue nei decenni successivi la rinascita dei giorni nostri. Ora la Casa dei Ciechi è una Fondazione attiva sempre per le problematiche connesse alle disabilità visive, con in più il desiderio di aprirsi all’esterno. Oltre a ospitare workshop e appuntamenti di formazione, Villa Mirabello è oggi anche una tappa di itinerari alla scoperta della città: un modo per farsi conoscere mettendo a disposizione della comunità insieme a tanta storia e bellezza, anche gli spazi della struttura.
Articolo pubblicato su Club Milano 48 gennaio – febbraio 2019. Clicca qui per scaricare il magazine.