A un anno dall’apertura dello showroom direzionale in via Bigli, il brand manager e direttore creativo di Berwich ci svela alcune delle ricette di successo del brand, oltre ai prossimi obiettivi
DI GIULIANO DEIDDA
23 April 2025
Aver effettuato quell’investimento ci ha portato a maturare una comunicazione contemporanea e d’impatto, utilizzando per esempio le vetrine. Il percorso ha toccato varie sfumature. Dal principio abbiamo puntato sul mettere in risalto la nostra artigianalità attraverso un linguaggio legato alla natura, a partire dalle decorazioni floreali. Poi abbiamo sperimentato delle contaminazioni con progetti creativi che avessero delle affinità con il nostro marchio. Abbiamo quindi collaborato con designer emergenti, per la realizzazione di vetrine a tema. In contemporanea alle ultime due edizioni della Milano Fashion Week, le nostre vetrine hanno ospitato dei display realizzati da Creaitors, con delle avanzatissime animazioni realizzate grazie all’AI, con protagonisti i nostri pantaloni. La finalità di queste installazioni è quella di sottolineare l’importanza di questo capo, la sua vitalità. Purtroppo i pantaloni sono infatti spesso considerati un elemento secondario nella costruzione del proprio look, noi vogliamo invece evidenziare il valore emozionale insito nella loro estetica e nei volumi.
Il percorso che abbiamo seguito prevede di continuare a perseverare in ambito wholesale, assetto che ormai è solido. Contemporaneamente abbiamo investito nel flagship di Milano, per esempio implementando lo staff. Una volta raggiunto il break even point del monomarca, si verificano le condizioni per pensare di investire in un business all’estero. Si tratterà sicuramente del Middle East, per una ragione molto semplice: nei paesi arabi non esistono boutique multimarca.
Farei una premessa sulla nostra capacità di caratterizzare con delle sfumature le nostre collezioni, in modo da intercettare le esigenze dei diversi mercati. Inglobiamo già nella fase creativa le richieste specifiche dei diversi Paesi, a partire dai differenti volumi e lunghezze. Possiamo fare questo perché abbiamo tutta la filiera nelle nostre mani. Detto questo, citerei tre mercati molto diversi l’uno dall’altro. In Giappone il modello più di successo è Scotch, caratterizzato da doppia pince e volumi molto ampi. In Olanda, all’opposto, si predilige la vestibilità slim dei Morello. Da noi in Italia, invece, è imbattibile il Retro Contemporary, con una pince, tasche a filetto e dettagli sartoriali.
Lo showroom direzionale nel cuore del Quadrilatero ci ha portato un flusso impressionante. Al suo interno la collezione si manifesta al cento per cento. Accogliamo i nostri clienti in un ambiente dall’atmosfera minimal, versatile e con un leggero sapore di Puglia.
La primavera-estate di Berwich è dedicata alla gestione del tempo. Nel caos contemporaneo di una quotidianità che spreme e causa stress, ci siamo dimenticati di prenderci del tempo. Si tratta di una provocazione, che ci ricorda che è necessario anche dedicarci a noi stessi. Questo concetto è interpretato attraverso la leggerezza delle grammature dei tessuti, che disegnano volumi morbidi e generosi. Abbiamo creato un nostro modo di vedere l’oversize, attraverso nuove modellature. La palette cromatica richiama la natura, dal verde menta al color sabbia. Naturali sono anche i materiali, dal lino, affiancato pure da altre fibre, alla lana su cui insistiamo molto nella stagione estiva. Del resto un tessuto in un filato di lana sottile è molto più fresco di uno in cotone. Abbiamo anche introdotto un prezioso tessuto di Biella in lana e seta.
Avendo notato che l’interesse per le gambe ampie è in crescita continuiamo a sperimentare su queste forme. Abbiamo aggiunto degli elementi per caratterizzare questo fit, dai giochi di pince ai tasconi. Poi abbiamo ingentilito i cargo e caratterizzato con il nostro stile anche i jogging. Queste personalizzazioni hanno rafforzato il concetto che Berwich strizza l’occhio alle giovani generazioni.
L’obiettivo è naturalmente quello di allargarsi su nuovi territori. Stiamo lavorando a una collaborazione con la Corea del Sud, il Brasile e l’Argentina, per esempio, ma anche con l’India, dove siamo in fase di scouting con degli organismi locali.
L’intervista a Massimo Gianfrate è stata pubblicata su Club Milano 75